Tre donne incinte in Terapia intensiva: non erano vaccinate

Le due donne ricoverata in terapia intensiva: due di loro sono in gravi condizioni
di Mauro Favaro
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Sabato 18 Settembre 2021, 06:05 - Ultimo aggiornamento: 17:02

TREVISO - Tre donne incinte contagiate dal coronavirus sono state ricoverate nell’ospedale di Treviso. Nessuna di loro si era vaccinata contro il Covid. Due di queste, non ancora trentenni, originarie del Marocco, una al quinto mese e l’altra ormai al settimo mese di gravidanza, sono arrivate nelle scorse ore in pronto soccorso con seri problemi respiratori. Per entrambe è subito scattato il trasferimento in Rianimazione. Preoccupano in particolare le condizioni della donna alle porte del settimo mese. Si teme che anche il piccolo possa riportare dei danni.


FOCOLAI FAMILIARI
«Il contagio si è sviluppato tramite i cluster familiari che hanno riguardato la comunità marocchina – spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl della Marca – nei giorni scorsi eravamo arrivati a contare 28 positività». Le due donne, di seguito, si sono improvvisamente aggravate. La terza donna incinta ricoverata per infezione da coronavirus è una 37enne di origini africane già entrata nel settimo mese di gravidanza. In questo caso, però, l’andamento fa ben sperare. Vista la situazione particolare, la paziente all’inizio ricoverata nell’ospedale San Martino di Belluno era stata trasferita nella Rianimazione del Ca’ Foncello. Ora sta lentamente migliorando. È uscita dalla Terapia intensiva ed è stata spostata nell’unità di Pneumologia.


L’APPELLO
Alla luce di questi nuovi casi, adesso l’Usl lancia un appello a tutte le donne in dolce attesa. «La vaccinazione contro il coronavirus è fondamentale anche e soprattutto per chi è incinta. Non ci sono controindicazioni. Anzi, si riducono i rischi per il feto – chiarisce Benazzi – stiamo organizzando un incontro con i medici di famiglia e con gli specialisti e il personale dei consultori per aumentare ulteriormente il livello di sensibilizzazione in questo senso».


UN’ALTRA VITTIMA
Ieri, intanto, è mancata un’altra persona contagiata dal Covid: una donna di 75 anni, non vaccinata, già colpita da diverse altre patologie. Non è chiaro se la decisione di non sottoporsi all’iniezione contro il coronavirus sia stata dettata da un’ideologia No-Vax o da altri motivi. «In ogni caso le patologie non rappresentavano delle controindicazioni per la vaccinazione», nota il direttore generale. Con questo, salgono a 1.836 i lutti registrati nella Marca in un anno e sette mesi di epidemia. E la guardia deve rimanere ancora alta. Oggi ci sono 71 pazienti Covid positivi negli ospedali trevigiani. Compresi 9 in Terapia intensiva: 5 a Treviso, 2 a Conegliano e 2 a Montebelluna. La buona notizia è che a livello provinciale i contagi stanno via via diminuendo. Il tasso medio è sceso a 61 casi ogni 100mila abitanti. Solo poche settimane era sopra a 100.


BOOM DI VACCINAZIONI
E in vista dell’introduzione del Green Pass obbligatorio per tutti i lavoratori sono in decisa risalita le richieste per la vaccinazione. «Siamo tornati a fare 742 prime dosi in un solo giorno, per un aumento del 40% rispetto all’ultimo periodo – fa i conti il direttore generale – allo stesso modo sono aumentate le prenotazioni per la prossima settimana: viaggiamo sulle 300 vaccinazioni in più al giorno». Le proiezioni dicono che il 30 settembre si arriverà a una copertura totale del 73,3% nella Marca. Totale vuol dire che si contano non solo le persone vaccinabili, ma anche gli under 12, per i quali al momento non è prevista l’iniezione. Ormai si è al livello di immunità di gregge. Tra due giorni, poi, partirà ufficialmente la campagna per la terza dose.

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