PIEVE DI SOLIGO (TREVISO) - Spacciatore da giovane, poi ladro, rapinatore e ora assassino. Ha pestato a morte un anziano senza pietà, indifferente alle condizioni di vulnerabilità della vittima. E potrebbe rifarlo: c'è il rischio che possa massacrare qualcun altro per un misero bottino. Proprio come ha fatto con Adriano Armelin, l'83enne aggredito venerdì sera nella sua abitazione di Pieve di Soligo. L'ex elettrauto è stato ucciso a botte per una busta di surgelati e qualche merendina. Per tutti questi motivi Mohamed Boumarouan resta in carcere. Il 36enne marocchino, arrestato la sera stessa del delitto, è in cella con l'accusa di tentata rapina aggravata e omicidio preterintenzionale. Bocca cucita ieri mattina durante l'interrogatorio di garanzia. Collegato a video con il gip di Treviso Gianluigi Zulian e con il suo avvocato Filippo Viggiani (del foro di Firenze), si è avvalso della facoltà di non rispondere. Una scelta legata a una precisa strategia difensiva: indagato e legale non hanno ancora avuto modo di incontrarsi, lo faranno in settimana.
ESCALATION CRIMINALE
«Boumarouan mostra una preoccupante propensione a un'escalation offensiva suscettibile di sfociare in conseguenze di gravità anche estrema», manifestando inoltre «assoluta indifferenza per le (pur palesi) condizioni di vulnerabilità dell'anziana vittima», scrive il gip nell'ordinanza di custodia cautelare.
I PRECEDENTI
Da giovane si era reso protagonista di episodi di spaccio per poi macchiarsi anche di furti e rapine. Fino all'exploit di venerdì sera. Per i precedenti reati il marocchino aveva beneficiato sia della sospensione condizionale della pena sia del condono. Ma i provvedimenti precedenti «si sono rivelati inidonei a produrre sostanziali effetti dissuasivi nei suoi confronti». «Boumarouan mostra una preoccupante propensione a un'escalation offensiva suscettibile di sfociare in conseguenze di gravità anche estrema», prosegue il gip sottolineando inoltre come «la gravità dei fatti per cui si procede» indicano «una altamente allarmante inclinazione delinquenziale» oltre a una «preoccupante noncuranza attuativa e temerarietà commissiva». Si parla anche di rimarchevole capacità criminale: non si è fermato di fronte a niente e sarebbe sicuramente scappato se la caduta dalla tettoia del garage dei vicini e l'intervento dei residenti non ne avessero ostacolato la fuga fino all'arrivo dei carabinieri. Sulla carta il marocchino risulta residente a Moriago della Battaglia. Ma al gip ha detto di abitare a Pieve di Soligo. Gli inquirenti indagano quindi non solo per ricostruire l'esatta dinamica del delitto ma anche sui possibili agganci. Il sospetto è che da qualche tempo si fosse aggregato a una cricca di sbandati che bazzicano in paese.