Bastonate e punizioni al figlio perché
troppo grasso. Madre condannata

Bastonate e punizioni al figlio perché troppo grasso. Madre condannata
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Giovedì 14 Aprile 2016, 05:25 - Ultimo aggiornamento: 15:05
ANCONA - Una vita di soprusi e botte subiti dalla madre sin dalla tenera età a Falconara. Ma gli abusi di cui sarebbe stato vittima un giovane, ora diciassettenne, emersero solo nel 2011 quando venne affidato in via definitiva ad un'altra famiglia. Ieri il tribunale di Ancona ha condannato la donna, 40 anni, per maltrattamenti in famiglia, alla pena, sospesa, di un anno di carcere. L'imputata, difesa dall'avv. Monica Clementi, dovrà pagare anche una provvisionale di risarcimento di 10 mila euro al giovane assistito dal tutore, avv. Eleonora Tagliabue, e dall'avv. Francesco Nucera. La famiglia era seguita dai servizi sociali sin dalla nascita del bambino ma, fino a cinque anni fa, non c'erano state segnalazioni di problemi. Solo in seguito era emerso un quadro da incubo: dalle botte ripetute, calci e pugni, alla costrizione a mangiare contro la sua volontà determinati alimenti e, addirittura, a ingoiare per punizione cibo rigurgitato. Per gli addebiti di maltrattamenti, i giudici hanno riconosciuto la responsabilità della quarantenne. Il Tribunale ha invece assolto la mamma dall'accusa di sequestro di persona: secondo il pm Valentina Bavai, che aveva chiesto una condanna a tre anni di carcere, avrebbe tenuto segregato il figlio per ore in bagno o in altre stanze, e gli avrebbe anche sputato addosso. Circostanze da cui la donna è stata invece scagionata. Nel 2011, dopo la denuncia e l'apertura del procedimento penale, le era stata revocata la potestà genitoriale. Tutt'altra versione dei fatti ha sostenuto la donna che ha negato di aver mai maltrattato il figlio. Secondo la difesa era una madre preoccupata per un figlio 'problematico' e in abbondante sovrappeso: da queste premesse l'imputata farebbe derivare il suo atteggiamento severo e il tentativo di limitare il ragazzo sul fronte dell'alimentazione. Certo il ricorso in appello della difesa contro il verdetto.
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