Ucraina, Mattarella: «Presto per parlare dell'invio di forze italiane. Una pace basata sulla prepotenza delle armi non durerebbe»

Il presidente della Repubblica: «Va cercata con convinzione, velocemente, una soluzione di pace che non mortifichi nessuna delle due parti»

Ucraina, Mattarella: «Presto per parlare dell'invio di forze italiane. La pace basata sulle armi non durerebbe»
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venerdì 7 marzo 2025, 06:24 - Ultimo aggiornamento: 08:26

«Non siamo ancora a questo punto, non sono neanche iniziati i negoziati di pace. Parlare di quello che avverrà come soluzioni è totalmente fuori dal momento». Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una intervista all'emittente giapponese NHK rispondendo ad una domanda sull'eventuale invio di truppe italiane di peace-keeping in Ucraina. «Va cercata con convinzione, velocemente, una soluzione di pace che non mortifichi nessuna delle due parti ma che sia giusta perché sia duratura, perché una pace basata sulla prepotenza non durerebbe a lungo». Mattarella poi sui negoziati ha per porre fine alla guerra ha detto:  «L'Europa è da tre anni che cerca di indurre la Russia a negoziare e tutti ci auguriamo che sia finalmente disponibile. Ripeto, serve una pace giusta che non crei un omaggio alla prepotenza delle armi perché altrimenti si aprirebbe una stagione pericolissima per la vita internazionale. Una soluzione giusta che non sia fragile e transitoria. Basata sulle norme della Carta dell'Onu e che sia accettata dalle due parti. Occorre che si arrivi a una soluzione che non mortifichi nessuna delle due parti ma che garantisca l'Ucraina e che sia una pace conforme al diritto internazionale».

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L'aggressione russa 

«Quella della Russia all'Ucraina è stata un'aggressione in violazione delle regole del diritto internazionale, della carta dell'Onu, di ogni regola di convivenza tra i Paesi», ha ribadito Mattarella.

Ciò è accaduto, ha aggiunto il capo dello Stato alla Tv pubblica giapponese, «anche in violazione di un Trattato che neppure 30 anni fa la Russia aveva siglato con l'Ucraina a fronte della consegna, da parte dell'Ucraina alla Russia, di circa 5000 testate nucleari che erano state sovietiche. A fronte di questo Mosca, con un Trattato, si era assunta il compito di garantire l'integrità e la sovranità territoriale dell'Ucraina». La violazione di queste regole è «inammissibile altrimenti si afferma il principio che uno Stato più forte può imporre la sua volontà con le armi agli Stati vicini meno forti e meno grandi. Questo renderebbe una barbarie i rapporti internazionali. Per questo in Europa vi è una forte difesa e un forte sostegno all'Ucraina. Perchè se riuscisse in questo caso questo sistema altre aggressioni seguirebbero e un succedersi di aggressioni porterebbe inevitabilmente a una guerra di proporzioni inimmaginabili».

L'economia

Italia e Giappone hanno «una convinzione comune: quella che la vita internazionale è possibile soltanto se vi sono regole certe che tutti rispettino, regole che valgano per tutti a prescindere dalle dimensioni o dalla forza militare o economica di cui dispongono. Regole di questo genere sono indispensabili per una vita ordinata. Giappone e Italia pensano che le regole vadano rispettate e che quando vengono violate si realizzano condizioni drammatiche come in questo momento in Ucraina. Italia e Giappone sono due grandi Paesi esportatori che hanno la convinzione fondatissima che sia indispensabile avere delle economie aperte, delle collaborazioni economiche tra gli stati che creano integrazione e interdipendenza. Un mondo fatto di economie chiuse, in contrapposizione tra di loro, è un mondo invivibile. Invece un mondo fatto di economie aperte è quello che nella storia ha sempre accompagnato la pace. Quando sono prevalse economie contrapposte, in contrasto radicale, c'è sempre stata una conseguenza di scontri e qualche volta di conflitti». 

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