Nel gennaio 1940 Albin fu catturato dai nazisti in Slovacchia, dove era scappato per cercare di raggiungere la resistenza polacca in esilio.
Aveva 17 anni quando arrivò ad Auschwitz, dove gli fu assegnato il numero 118, ricorda il comitato, aggiungendo che riuscì a sopravvivere cercando «di non farsi governare da paura e odio, ma cercando invece di migliorare la situazione sua e degli altri». E grazie alla sua conoscenza del tedesco riuscì ad ottenere un posto da cuoco. Albin era uno dei 150 mila polacchi non ebrei prigionieri nel campo di sterminio, metà dei quali morirono sul posto. Nel febbraio del 1943, Albin riuscì a fuggire. Tornato a Cracovia, sua città natale, si unì alla resistenza polacca.
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