Latina, la rigenerazione urbana divide la politica

Latina, la rigenerazione urbana divide la politica
di Vittorio Buongiorno
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Giovedì 16 Luglio 2020, 08:20
Le delibere sulla rigenerazione urbana contribuiranno a cambiare nei prossimi anni il volto della città, ovvio che il percorso sarà costellato di polemiche. Si è iniziato subito. In consiglio comunale è arrivato l'affondo della Lega, ora, dopo l'approvazione arriva quello del Pd, con una nota fiume del segretario provinciale Claudio Moscardelli. Le critiche sono variegate, dall'assenza di una visione del futuro urbanistico di questa città, all'accusa di voler trasformarla Marina in una colata di cemento. Possibile?

LA LEGGE
Per provare a capire, ripartiamo dall'inizio. Sono state portate e approvate in Consiglio comunale tre delibere che recepiscono altrettanti articoli della legge regionale sulla Rigenerazione urbana che è finalizzata «ad incentivare la razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente - spiega la Regione - promuovere la riqualificazione di aree urbane degradate e di tessuti edilizi disorganici o incompiuti e riqualificare edifici a destinazione residenziale e non residenziale mediante interventi di demolizione e ricostruzione, adeguamento sismico e efficientamento energetico». La legge assegna ai Comuni un ruolo centrale nella progettazione della rigenerazione urbana e concede di intervenire «esclusivamente nelle porzioni di territorio urbanizzato su edifici esistenti e legittimamente realizzati, ovvero su quelli che abbiano ottenuto il titolo edilizio in sanatoria».

LE DELIBERE
Tocca ai Comuni individuare gli ambiti territoriali, recepire nei piani urbanistici le norme per i cambi di destinazione d'uso e per gli ampliamenti. Ed è quello che sta accadendo ora. Le tre delibere approvate a Latina recepiscono l'articolo 3 della legge regionale individuando gli ambiti territoriali urbani in cui sono ammessi interventi di ristrutturazione edilizia ed urbanistica o interventi di demolizione e ricostruzione; l'articolo 4, ovvero le disposizioni per il cambio di destinazione d'uso degli edifici e l'articolo 5, ovvero gli interventi per il miglioramento sismico e per l'efficentamento energetico degli edifici. Primo dubbio: perché sono stati recepiti solo questi articoli? «Perché era necessario recepire le Norme tecniche di attuazione che vanno inserite nel Prg» spiega l'assessore all'Urbanistica Francesco Castaldo.

LA VISIONE
Secondo punto, la mancata visione dello sviluppo urbanistico di Latina. La prima delle tre delibere fissa delle linee guida anche se non le esplicita affatto. Per capirlo bisogna andare nella relazione presentata in Consiglio dall'assessore Francesco Castaldo. «Si è data priorità», si legge, solo a quattro parti del territorio comunale, ovvero Latina Centro, lo Scalo, i Borghi e la Marina per «non favorire l'effetto di dispersione urbana (sprawl) che caratterizza il territorio aperto del Comune di Latina». Sul Centro, ad esempio sono stati individuati cinque sotto ambiti, ciascuno con le sue peculiarità e le sue possibilità di intervento. Tre riguardano «le porte d'accesso», dove «gli interventi di rigenerazione, prevedono e auspicano il miglioramento dell'accessibilità al centro urbano», invece nel centro vero e proprio sarà «possibile innescare processi di rigenerazione per il rinnovamento del patrimonio edilizio (campo Boario, Frezzotti, parte di Piccarello, Italia, ecc.)». In due dei cinque ambiti sono previsti interventi di rigenerazione che «permetterebbero l'acquisizione delle aree per la realizzazione delle opere complementari al tracciato della Roma Latina che costituirebbero il by pass a nord del centro urbano», chiarendo però «che tali individuazioni costituiscono riferimento per l'attuazione dei piani attuativi previsti o in corso di redazione».

IL FUTURO E' UPPER
«Perché è proprio questo il punto - insiste Castaldo - queste delibere non sono un atto di pianificazione, sono solo il recepimento di articoli di legge. La delibera di indirizzo dello scorso anno e il Progetto Upper sono la nostra visione di città. Upper (ovvero il progetto dinanziato dalla Ue con 4 milioni di euro) è il primo passo verso la rigenerazione, non ci sono cubature, ma il recupero di spazi verdi, vie d'acqua, la creazione di vivai per produrre le piante con cui cambiare la città».
E la Marina? Spiega la relazione che l'obiettivo «è la rivalutazione ambientale e naturalistica delle aree. Il processo deve prevedere la demolizione e ricostruzione al di fuori delle aree a maggior sensibilità ambientale, per favorire una amplia dotazione di aree a standard, contemplando la valorizzazione ambientale dell'area». Ma ad esempio la Zona Terme è fuori ambito. «Perché non vogliamo 300 mila metri cubi edificati ma un parco termale» spiega Castaldo. «Comunque, ripeto, queste delibere sono solo il primo atto di un percorso. Ora andranno presentate osservazioni e controdeduzioni e nel frattempo dovremo portare all'aprrovazione un'altra delibera per definire il calcolo del maggior valore e dell'interesse pubblico rispetto agli interventi proposti dai privati».

IL LIDO
Tornando alla Marina, Castaldo spiega che «il riferimento di chi vuole presentare un piano di rigenerazione per demolire e ricostruire sono i concorsi della Marina e la tavola finale del progetto preliminare redatto da Petti e Ferracci». Quell'incarico, uno dei trenta affidati un decennio fa, dall'allora dirigente Rino Monti doveva essere il primo passo verso un nuovo Piano particolareggiato. Ora quel preliminare è approdato in Commissione e la giunta sta valutando «se portarlo in Consiglio o recepirlo con presa d'atto come schema di assetto». Per il momento non resta che attendere la pubblicazione delle tavole allegate alle delibere per capire, anche visivamente, cosa dobbiamo attenderci dagli interventi di rigenerazione.
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