Chi sia stata Jane Austen, persino quale aspetto fisico abbia avuto, è purtroppo impossibile stabilirlo con certezza. Perché la sorella Cassandra, gettò nel camino in tarda età gran parte della corrispondenza in suo possesso. Appena sei volumi, sempre incentrati sulle disavventure sentimentali di ragazze in cerca di marito, le hanno tuttavia permesso di rivoluzionare il canone della narrativa femminile, diventando, a giudizio di Virginia Woolf, «l’artista più perfetta tra le donne».
LA POPOLARITÀ
E’ agevole chiarire i motivi all’origine di una immensa popolarità mai scemata dall’inizio dell’Ottocento, che accomuna lettrici dai gusti semplici e raffinatissimi intellettuali. Jane Austen costruisce le sue trame utilizzando una struttura all’apparenza elementare, sotto la quale cela un’analisi accurata della società dell’epoca, criticata senza incertezze a causa di un maschilismo ritenuto odioso. Chi si sofferma solo sugli eventi al centro di Orgoglio e pregiudizio, di Emma o di Mansfield Park li ritiene esclusivamente capolavori in rosa, appassionanti storie d’amore a lieto fine. Oltre a dar conto dei sobbalzi del cuore delle protagoniste, le commedie austeniane offrono un cambiamento di prospettiva mai osato in precedenza. A provarlo ci sono, tra l’altro, le parole di Anne Elliott, eroina di Persuasione: «Gli uomini hanno avuto ogni vantaggio su di noi nel presentare le loro tesi, oltre a maggiori possibilità di istruzione, e la penna è sempre stata in mano loro», dice la ragazza. Austen ha sottratto la penna dalla mano agli uomini e l’ha utilizzata per offrire un nuovo punto di vista in libri che Edward Morgan Forster giudica macchine narrative perfette. Probabilmente conservatrice sotto il profilo delle idee politiche, in letteratura mostra un temperamento da sovversiva e apre così la strada a generazioni di artiste che, seguendo il suo esempio, offrono voce alle donne.
LE CIFRE
Le confidenze epistolari non censurate dalla sorella ne testimoniano la determinazione. Seguendo le abitudini dell’epoca, aveva scelto di firmare i libri con uno pseudonimo, ma del successo subito ottenuto vede soprattutto i vantaggi economici. Lo spiega nel 1813 al fratello Francis: «Ti farà piacere sapere che sono state vendute tutte le copie di Ragione e sentimento e che mi ha fruttato 140 sterline oltre alla proprietà dei diritti d’autore, se mai varranno qualcosa. Quindi, tenendo conto anche dei ricavi di Orgoglio e pregiudizio, ho guadagnato 250 sterline con i miei romanzi, il che serve soltanto a farmi desiderare di guadagnare di più». Si tratta una somma ingente, destinata a salire: l’anno successivo il prestigioso editore John Murray le offre 450 sterline per Mansfield Park e per Emma, quindi, nel 1817, dopo la morte prematura della scrittrice lo stesso Murray garantisce agli eredi una cifra ancora superiore per L’abbazia di Northanger e Persuasione, pubblicati postumi con una nota biografica in cui ne veniva svelata l’identità.
Ben presto tradotte nell’intera Europa, le opere di Jane Austen sono rimaste sempre in stampa nel Regno Unito, un primato che condivide con William Shakespeare e Charles Dickens. La presenza di sfumature di rosa nelle trame continua ad assicurare il favore di cui godono ancora oggi le sue eroine a livello planetario tra le lettrici più giovani. Ma è ormai chiaro a tutti che, grazie alla riservatissima figlia del parroco di Steventon, si aprì una nuova stagione per la narrativa, non soltanto di lingua inglese, in cui le barriere nei rapporti di genere iniziarono a cadere, sia pure con esasperante lentezza. La signorina sovversiva, mai convolata a nozze per motivi a noi ignoti, aveva provato che era davvero possibile sottrarre la penna dalla mano degli uomini ottenendo risultati artistici eccellenti. Per questo resterà ancora a lungo un modello, nonostante le avventure sentimentali delle protagoniste abbiano come sfondo un mondo lontano nel tempo. E’ la caratteristica dei classici, ristretto gruppo di testi nel quale i romanzi di Jane Austen svettano per eleganza formale e accuratezza nell’indagine psicologica.
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