NON SECESSIONE MA PIU' AUTONOMIA
L’esito del voto non sarà vincolante ma una vittoria rafforzerebbe la Lega e il governatore del Veneto Zaia, indicato tra i possibili futuri leader nazionali del centrodestra. In passato, la Corte Costituzionale ha bocciato il quesito proposto dal Veneto sulla secessione o sulla possibilità di controllare l’80% delle tasse raccolte dalla regione. Questa volta i promotori della consultazione non chiedono la secessione ma la concessione di una maggiore autonomia dallo Stato, guardando al modello delle regioni a statuto speciale.
I referendum si fondano sulla possibilità che hanno le regioni di chiedere al governo più materie di competenza: la norma è prevista dal Titolo V della Carta Costituzionale sui rapporti tra Stato e Regioni, all’articolo 116, e finora non è mai stata utilizzata. La mossa dei governatori leghisti Roberto Maroni e Luca Zaia ha una valenza politica di indirizzo ma non porterà automaticamente a una maggiore autonomia per Lombardia e Veneto. Secondo l’art 116 della Costituzione, infatti, dopo il voto referendario bisognerà intavolare un negoziato col governo: se questo andrà a buon fine, occorrerà portare in Parlamento una proposta di legge che dovrà essere approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, «sulla base di un’ intesa fra lo Stato e la Regione interessata». In Lombardia il quesito fa diretto riferimento alla Costituzione, richiama l’unità della nazione ed è così formulato: «Volete voi che la Regione Lombardia, in considerazione della sua specialità, nel quadro dell’unità nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione e con riferimento a ogni materia legislativa per cui tale procedimento sia ammesso in base all’articolo richiamato?». Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato la proposta di referendum nel febbraio 2015 con la maggioranza dei due terzi (centrodestra più Movimento 5 Stelle), introducendo anche la novità del voto elettronico. In Veneto il quesito è invece più generico: «Vuoi che alla Regione del Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia?». La proposta di referendum è stata approvata inizialmente dal Consiglio regionale nel giugno 2014 (sempre coi voti di centrodestra più M5S) ed è stata poi corretta dalla Corte Costituzionale. In Veneto si voterà unicamente nei seggi tradizionali con le schede cartacee.
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