Il padre 56 anni, 18 il figlio. Trentotto anni di vita insieme condividendo le fasi altalenanti della vita. Ed ora un altro traguardo, sempre insieme: il diploma di scuola superiore. Luigi Dionisio e il figlio Alessandro sono di Frosinone e hanno scelto la stessa scuola e lo stesso indirizzo per conseguire il titolo di studio: Informatica e Telecomunicazioni dell’istituto “Volta” di Frosinone. Con la differenza che il padre frequenta i corsi serali, mentre il ragazzo le lezioni mattutine come tutti i coetanei. Due generazioni a confronto. Luigi, liceo scientifico a Frosinone, una laurea sospesa in geologia, è impiegato tecnico part time in uno studio professionale dopo essersi ritrovato improvvisamente senza lavoro. Così ha raccolto la sua esperienza pregressa per orientarsi in una nuova professione, che di fatto tanto nuova per lui non è avendo gestito un negozio di computer per qualche anno. Alessandro, invece, segue il percorso formativo convenzionale anche lui con l’ambizione di trovare uno sbocco lavorativo.
Luigi, perché hai deciso di prendere un secondo diploma alla tua età?
«Mi sono iscritto nella stessa scuola di mio figlio, l’Istituto superiore Alessandro Volta di Frosinone, perché ero interessato al corso di perito informatico. Penso che possa offrire possibilità d’inserimento lavorativo in un settore che è in piena espansione. Ho alle spalle un’esperienza nello stesso ambito che ho voluto approfondire e certificare».
Ci sono altre persone adulte, altri lavoratori?
«Il mio corso è frequentato da quindici persone, ci sono sia giovani che persone mature. Sono persone che lavorano ed è toccante osservare il loro impegno. Ci sono operai edili che arrivano direttamente in aula ancora in tuta».
Quando segui le lezioni?
«Seguo le lezioni tutti i giorni. Si svolgono nel pomeriggio, dalle 17 alle 21. Sono al quinto anno, l’anno scorso ho sostenuto il terzo e il quarto. Adesso mi sto preparando agli esami. Le prove scritte si svolgeranno il 18 e 19 giugno, chissà se il mio posto sarà vicino a mio figlio».
Luigi, chiamato più amichevolmente Gigi, lascia trapelare un po’ di trepidazione. Come ti senti?
«Mi sento come se fossi tornato ragazzo, le stesse sensazioni da liceale prima degli esami. Ma non ho la stessa spensieratezza dell’epoca, sono preoccupato. Mi piacerebbe anche che mio figlio avesse un atteggiamento impegnato, ma capisco che ogni età ha le sue caratteristiche. Mi auguro soltanto che consegua dei bei voti, magari migliori dei miei».
Alessandro, che sensazione provi a diplomarti con tuo padre?
«È divertente, è quasi una competizione. Ma sono certo che lui è più bravo di me. Mio padre è un eccellente studente ed ha una media di voti molto alta. Pertanto, può permettersi di rilassarsi un po’».
Vi è capitato di studiare insieme in questi anni?
«Certo che abbiamo studiato insieme ed è stato di reciproco aiuto. Lui è brillante nelle materie tecniche e scientifiche e non ama molto quelle umanistiche come italiano e storia. A volte mi ha chiesto gli appunti. E viceversa, mi ha assistito in matematica e nei sistemi di rete. Come se mi avesse dato delle ripetizioni».
Perché hai scelto questo indirizzo?
«La curiosità è scaturita dai videogiochi, volevo sapere come venivano realizzati, come nascevano. Poi, studiando, mi sono reso conto che è una vera scienza che potrebbe aprire varchi interessanti nell’orizzonte di lavoro. Sia per me, sia per il mio papà».