Considerando l'aumento dei rischi e il loro potenziale di concretizzazione, S&P ha sviluppato uno scenario al ribasso (cosiddetto downside scenario) - con una probabilità di verificarsi di circa uno su tre - basato su una serie coerente di proiezioni al ribasso presentate per le principali economie regionali per il periodo 2022-2025.
In Europa, questo scenario al ribasso vedrebbe prezzi energetici elevati e razionamenti. La Banca centrale europea (BCE) sarebbe spinta a seguire la Federal Reserve a causa della svalutazione dell'euro rispetto al dollaro americano, alimentando l'inflazione importata. Questo porterà alla recessione dell'eurozona, con una contrazione del PIL dell'1,3% nel 2023 - e la Germania subirebbe l'impatto maggiore (-3,4%). L'Italia segnerebbe un -1,5%, la Francia un -0,7%, la Spagna un +0,7%, il Regno Unito un -0,8%.
"L'impatto sulla Germania è il maggiore, poiché il lato della produzione deve affrontare un razionamento del gas più lungo, un calo della competitività e maggiori difficoltà per le esportazioni - si legge nel rapporto - In altre parole, più vicino all'epicentro dello shock (gas russo), maggiore è l'impatto. Ecco perché, dietro Germania, Polonia e Italia sono più colpite di Francia o Spagna, e perché l'economia del Regno Unito è meno colpita".
Negli Stati Uniti, il PIL subirebbe una contrazione dello 0,3% nel 2023. La crescita delle grandi economie dell'Asia-Pacifico - Cina, India, Giappone e Indonesia - sarebbe meno influenzata dallo scenario al ribasso, perché queste economie sono più orientate al mercato interno.
Tra i mercati emergenti (EM), lo scenario al ribasso di S&P vede il Messico subire l'impatto maggiore tra le economie in via di sviluppo dell'America Latina, mentre la Polonia sarebbe la più colpita tra gli EM europei, soprattutto a causa della sua esposizione diretta alle interruzioni dell'approvvigionamento energetico.
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