Un'altra scadenza di questo tipo (con il pagamento possibile in più valute) è attesa il 28 marzo per un ammontare di circa 102 milioni di dollari. Dopo quella del 16 marzo, altre due scadenze chiave però si avvicinano: si tratta di quella del 31 marzo, quando Mosca dovrà pagare altri 359 milioni di dollari su un bond al 2030, e quella del 4 aprile, quando scade un'obbligazione da 2 miliardi di dollari, sempre secondo i dati di Morgan Stanley.
Gli investitori guarderanno con attenzione a queste scadenza, sia perché l'importo dovuto è sensibilmente superiore a quelli fin qui onorati, sia perché questi appuntamenti forniscono spunti sulla capacità di Mosca di partecipare ai mercati finanziari internazionali. Le sanzioni occidentali e l'esclusione di alcune banche russe dal sistema dei pagamenti SWIFT rendono infatti meno agevole il trasferimento di denaro, aggiungendo incertezza nel meccanismo che fa passare i soldi dalle autorità russe agli agenti pagatori e ai detentori dei titoli di Stato. "Se i fondi non sono accessibili agli investitori o se un pagamento viene effettuato in una valuta non prevista nei termini dell'obbligo e riteniamo che l'investitore non accetti il pagamento alternativo, potremmo ritenerlo un default", ha ricordato S&P Global Ratings.
"Riteniamo che l'incertezza sui futuri rimborsi rimanga elevata, nonostante il rimborso della cedola avvenuto la scorsa settimana - ha affermato il team strategie di credito globale di Algebris - Nel mese di aprile, la Russia sarà chiamata a rimborsare un'obbligazione in scadenza di circa 2 miliardi di dollari. Le aspettative riguardo a questo pagamento non sono molto elevate, considerando il contesto di elevate tensioni tra la Russia e l'Occidente".
"A ciò si aggiunga che il debito estero in scadenza nei prossimi 12 mesi ammonta a 80 miliardi di dollari, pari a circa il 60% del bilancio - hanno aggiunto gli analisti - Se le riserve monetarie della Banca di Russia rimarranno congelate, i pagamenti potrebbero diventare sempre più difficili, soprattutto perché l'economia russa sta entrando gradualmente in recessione e il rublo rimane debole. In altre parole, la situazione attuale non è sostenibile, sia in termini di politica (volontà) e di economia (capacità) dei pagamenti".
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