"Dopo sei mesi di chiusura forzata a cena, di cui quasi quattro in zona rossa, la maggioranza assoluta delle imprese vede di nuovo slittare le prospettive di poter tornare a servire all'interno dei locali e solo a pranzo, non prima del prossimo primo giugno", ha continuato Banchieri. "Si tratta quindi di un provvedimento parziale e contraddittorio – ha aggiunto – anche perché è esplicitamente previsto che altri locali al chiuso, come le stazioni di servizio stradali, possano tranquillamente permettere il consumo all'interno. E che genera non solo distorsioni concorrenziali tra chi ha e chi non ha dehors, ma anche nuove incertezze: come si fronteggeranno le avversità climatiche? Soprattutto, ci chiediamo come si farà a sostenere l'attività anche nei pubblici esercizi che potranno riaprire il servizio al tavolo, visto che gli spazi all'aperto valgono, in media, appena il 20% della capienza complessiva dei locali".
"Mi sembra chiaro che sia necessario trovare una nuova soluzione, che tenga conto delle specificità dei locali – ad esempio la possibilità effettiva di areazione – e che preveda la possibilità per le Regioni di gestire in autonomia e con specifici accordi le deroghe. Ma dobbiamo pensare anche ad un modo per utilizzare il pass vaccinale: limitando la possibilità di consumo al chiuso a chi ne dispone, potremmo permettere ai locali senza spazi all'esterno di ripartire come pubblici esercizi COVID-free", ha concluso il presidente di Fiepet Confesercenti.
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