"Rendere operativi senza ritardi i Piani nazionali di ripresa e resilienza è della massima importanza", ha avvertito il vicepresidente della Bce che avverte: "se in Europa vogliamo una ripresa nei tempi previsti dobbiamo evitare qualunque effetto a cascata dal ritiro prematuro" delle misure di aiuto all'economia.
In questa fase i rischi legati a un ritiro prematuro degli aiuti all'economia continuano a prevalere rispetto a quelli derivanti dal mantenerli troppo a lungo, ma guardando avanti "le autorità dovranno affrontare un delicato compito di valutazione" di questi equilibri, ha avvertito il vicepresidente della BCE. "Da un lato, una rimozione anticipata o una riduzione delle misure di aiuto rischia di innescare una ondata di insolvenze che avrebbe un pesante impatto sull'economia e sulla qualità degli attivi bancari. Dall'altro - ha detto - erogare aiuti troppo a lungo potrebbe significare tenere in vita imprese non sostenibili a discapito di sostenibilità di banche, della produttività e di conseguenza della crescita economica".
L'economia dell'area euro "dovrebbe vedere una forte ripresa nella seconda metà dell'anno", tuttavia "l'incertezza resta alta e la ripresa sarà fragile, con il PIL che raggiungerà i suoi livelli pre-crisi nel secondo trimestre del 2022". "Il successo della campagna di vaccinazione nell'intera area euro - ha detto de Guindos - è cruciale per evitare che si materializzino rischi al ribasso.
Quanto all'inflazione, le recenti accelerazioni sono dovute anche a "fattori temporanei e tecnici" e le ultime previsioni della Bce confermano che le rispettive di medio termine del caro vita "restano al di sotto del nostro obiettivo".
Per De Guindos, "il prossimo anno avremo una riduzione dell'inflazione a seguito del venir meno di fattori tecnici e temporanei" che hanno contribuiti ai recenti rafforzamenti "e nel 2023 l'inflazione risalirà in qualche misura sopra l'1% ma restando sotto i nostri obiettivi".
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