Per entrambe i fondi varranno le stesse procedure semplificate, con obiettivi intermedi e target. La differenza sarà nel fatto che le risorse nazionali non avranno obbligo di rendicontazione alla Commissione europea e in alcuni casi potranno essere spese anche oltre il 2026. Confermata la struttura in 6 missioni e 16 componenti. Alla missione "Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura" sono stati assegnati 42,55 miliardi (38,25 per nuovi progetti), alla "Rivoluzione verde e transizione ecologica" ne andranno 57 (34,6 per nuovi progetti), a "Infrastrutture per mobilità sostenibile" 25,33 (14,13 dedicati a nuovi progetti), a "Istruzione e ricerca" 31,88 (di cui 24,1 per i nuovi progetti), a "Inclusione e coesione" 19,12 (di cui 14,81), alla missione "Salute" 15,63 (12,65).
Ai "cantieri" del Piano si affiancherà l'indicazione di alcune riforme: pubblica amministrazione e giustizia, in primis, ma anche quelle "abilitanti" legate alle singole missioni. Tra queste troveranno spazio la semplificazione per la concessione di permessi e autorizzazioni, interventi sul codice degli appalti, nuove regole per la produzione di rinnovabili e interventi sul contratto di programma per le Ferrovie.
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