"La seconda parte dell'anno – dichiara Angelo Sergio Zamboni, co-founder di Jobtech – conferma una situazione complessa, contraddistinta dalla crescita congiunturale dell'occupazione rilevata dall'Istat (a novembre +2,2% rispetto al 2020) e dalla diminuzione dei disoccupati e degli inattivi. A queste notizie positive fanno da contraltare tre fattori: in primis, l'attendismo della forza lavoro, che preferisce non cambiare in un momento di assoluta incertezza; in secondo luogo, la situazione delle lavoratrici, mai come oggi vere vittime degli esiti della pandemia sul lavoro, che non riescono a trovare un'occupazione e, pur più titolate e preparate, restano al palo; infine, dobbiamo continuamente ricordare la drammatica spaccatura Nord-Sud, che è ben lontana dall'essere ricucita nonostante sia oggetto di dibattito da decenni e cardine del PNRR".
Guardando le differenze anagrafiche il rapporto Jobtech rileva come siano i millennials a rappresentare la quasi metà del campione di chi cerca lavoro: appartiene a questa fascia d'età il 46% del totale; segue, con il 28%, la Generazione Z. Non mancano, però, gli over 40: è membro della Generazione X il 23% e un Baby boomer il 2,9% del totale.
In fatto di opportunità lavorative e dinamismo occupazionale l'Italia, anche nel 2021, resta spaccata in due: considerando complessivamente l'anno appena passato, – si legge nel report – il 75,7% degli annunci di lavoro online proveniva dal Nord Italia (rispettivamente il 42,1% dal Nord-Ovest e il 33,6% Nord-Est). Dal Centro solo il 15,7%, mentre dal Sud e Isole solo il 8,7%. Un divario, questo, che si ripercuote anche sulla domanda di lavoro. Non è un caso che il 23,4% di chi ha cercato un'occupazione, attraverso la rete, nel secondo semestre dell'anno risieda in Lombardia. Anche rapportando i dati con la popolazione, le regioni con la popolazione più attivamente alla ricerca di lavoro sono state Valle d'Aosta, Emilia Romagna e Lombardia. Di contro, quelle in cui si è meno cercato lavoro tramite i canali online sono state Calabria, Sicilia e Basilicata. La spaccatura Nord-Sud si conferma anche per quanto riguarda la competizione tra candidati: le regioni contraddistinte dai più alti rapporti tra annunci e candidature sono state Sicilia e Sardegna, mentre quelle dove c'è stata minor competizione su una singola offerta di lavoro, e quindi più chance di assunzione, sono state Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia Romagna.
Anche nel secondo semestre dell'anno trovare lavoro è un'impresa che dipende dal settore scelto: più facile trovare lavoro, perché il divario tra domanda e offerta è più piccolo, nell'ho.re.ca – business che negli scorsi mesi aveva davvero sofferto nel far incontrare domanda e offerta di lavoro – e, a seguire, nella logistica e nel mondo dei call center. Di contro, è il retail a soffrire maggiormente: qui le persone in cerca di lavoro sono nettamente di più rispetto agli annunci disponibili.
Al di là del settore più o meno appetibile, gli annunci che rilevano il maggiore interesse da parte di chi è alla ricerca di lavoro contengono la parola "smartworking": nonostante il parziale ritorno alla normalità che abbiamo vissuto perlomeno fino a poche settimane fa, questo fattore appare, – sottolinea Jobtech – più che un benefit, una condizione imprescindibile, segno forse di una nuova cultura del lavoro.
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