"Inflazione persistente, blocco delle assunzioni e tassi di interesse più elevati saranno chiaramente negativi", ha affermato Sylvain Broyer, capo economista EMEA di S&P Global Ratings. D'altro canto, una sostanziale accelerazione dei salari e il rafforzamento degli investimenti pubblici dovrebbero sostenere la domanda interna e indirizzare l'economia verso una modesta ripresa a partire dalla metà del prossimo anno.
Alla fine del 2022, la produzione manifatturiera dell'UE si attesta ai massimi storici, anche se i settori ad alta intensità energetica hanno ridotto l'attività a causa dei costi più elevati. Il ciclo delle assunzioni è ancora forte e spinge i consumi.
"D'altra parte, il ciclo dei tassi ufficiali è probabilmente più vicino alla fine che all'inizio, ma non è ancora finito", ha aggiunto Broyer. S&P prevede che la Banca centrale europea (BCE) aumenti i tassi di altri 75 punti base prima di fermarsi. Inoltre, il suo bilancio potrebbe ridursi di circa 3 trilioni di euro in tre anni. Ciò lascerebbe il bilancio vicino a 6 trilioni di euro alla fine del 2026, ovvero 1 trilione di euro in più rispetto al livello pre-COVID-19.
S&P sottolinea che i rischi per la previsione di base per l'Eurozona sono ancora "per lo più al ribasso, sia in termini di entità della contrazione durante la prima metà del 2023 che di forza della successiva ripresa". Essi riguardano una possibile ripresa della crisi energetica, una spirale salari-prezzi che porta a tassi di interesse molto più alti, "forse in modo disordinato". L'agenzia di rating si aspetta una crescita del PIL dell'Eurozona del 3,3% nel 2022, dello 0% nel 2023 e dell'1,4% nel 2024.
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