A Francoforte però si riconosce che "le spinte sull'inflazione di fondo si sono intensificate. Con l'ulteriore ripresa dell'economia, e grazie al sostegno delle misure di politica monetaria adottate dal Consiglio direttivo, è atteso un rialzo dell'inflazione di fondo nel medio periodo. Questo rialzo dovrebbe essere solo graduale, in quanto occorrerà del tempo prima che l'economia torni a operare a pieno regime, e quindi si prevede una crescita salariale appena moderata". "Le misure delle aspettative di inflazione a più lungo termine hanno continuato ad aumentare, ma continuano a collocarsi a una certa distanza dall'obiettivo del 2% perseguito", ha spiegato la Banca Centrale.
Il bollettino economico ha certificato anche un recupero superiore alle attese per quel che riguarda l'economia dell'Eurozona nel secondo trimestre (+2,2%) che procede "verso una forte crescita nel terzo trimestre". "I rischi per le prospettive economiche sono sostanzialmente bilanciati. L'attività economica – spiega la Banca Centrale Europea – potrebbe superare le attese qualora i consumatori, in un clima di maggiore fiducia, risparmiassero meno di quanto ci si attende al momento". Una crescita maggiore potrebbe verificarsi qualora si registrasse un più rapido miglioramento della situazione pandemica. All'opposto, la BCE ha segnalato che se "le strozzature dal lato dell'offerta dovessero durare più a lungo, traducendosi in aumenti salariali maggiori di quanto previsto, le pressioni sui prezzi potrebbero risultare più persistenti. Al tempo stesso, le prospettive economiche potrebbero deteriorarsi se la pandemia dovesse peggiorare, rischiando di ritardare l'ulteriore riapertura dell'economia, oppure se le carenze dal lato dell'offerta si rivelassero più durature rispetto alle attese e frenassero la produzione".
Infine, il bollettino economico ha registrato uno Spread Btp-Bund stabile tra giugno e inizio settembre. "I differenziali a lungo termine fra i rendimenti dei titoli di Stato dell'area dell'Euro si sono mantenuti sostanzialmente invariati nei diversi paesi, sostenuti dalle decisioni di politica monetaria e dalle comunicazioni nelle ultime settimane", si legge nel documento. "Le variazioni sono state molto contenute. Nel complesso, si sono verificate lievi diminuzioni dei differenziali a dieci anni in Portogallo e in Francia, di 9 e 7 punti base, allo 0,31 e allo 0,06% rispettivamente. Nello stesso periodo, i differenziali dei titoli italiani a dieci anni sono rimasti invariati allo 0,80%, mentre quelli spagnoli sono cresciuti di 3 punti base, portandosi allo 0,42%".
© RIPRODUZIONE RISERVATA