Prende forma, dunque, il primo step che introduce di fatto l'obbligo graduale anche per le altre categorie: baristi e istruttori sportivi, poi i dipendenti statali e infine quelli delle aziende private.
Quello tracciato nelle ipotesi del Governo, in vista del CdM in programma oggi, è un cronoprogramma che arriva fino ad ottobre e che, rispetto alle indiscrezioni dei giorni scorsi, rallenta il percorso sull'allargamento del Green pass ai vari settori. Un prossimo provvedimento - in cui valutare l'estensione più generalizzata - non sarà preso in considerazione prima di metà settembre.
Solo in quest'ultimo caso il lasciapassare dovrebbe diventare tassativo anche per tutte quelle categorie che lavorano nei luoghi dove il pass è già richiesto a chi li frequenta: ristoratori, camerieri, barman, gestori di locali e dipendenti delle strutture (cinema e teatri, ad esempio), ma anche per istruttori sportivi che lavorano in luoghi come piscine e palestre.
Toccherà per ultimi ai lavoratori del settore privato, come gli operai delle grandi fabbriche, e più in generale i dipendenti di piccole e medie imprese. In questo caso restano però una serie di questioni da risolvere come la copertura delle spese per i tamponi (che dovrà eseguire chi non è vaccinato): nonostante il pressing di Confindustria affinché sia lo Stato a farsene carico, dall'Esecutivo trapela che - esclusi i fragili - il costo dei tamponi non sarà coperto dallo Stato non solo perché a pagarli non dovrà essere la collettività ma perché ciò costituirebbe un forte disincentivo alla vaccinazione.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout