L'Europa – spiega la banca d'affari Usa – dipende "pesantemente" dal gas naturale russo, con Mosca che rappresenta circa un terzo delle importazioni dell'eurozona. Dato l'alto grado di incertezza, Goldman Sachs paventa tre scenari: il primo, in cui non ci sono ulteriori interruzioni di fornitura di gas in aggiunta alla riduzione del flusso dallo scorso settembre; un secondo, con l'arresto della fornitura di gas che passa attraverso l'Ucraina per tutto l'anno; e un terzo scenario con lo stop completo di tutte le importazioni russe attraverso i gasdotti verso Europa, anche per il resto dell'anno.
Per il 2022 nel suo complesso, nello scenario senza ulteriori interruzioni dell'approvvigionamento, Goldman Sachs si aspetta che gli alti prezzi del gas pesino sulla crescita del PIL della zona euro per 0,6 punti percentuali e del Regno Unito per 0,1 punti rispetto alla previsione di base, con un impatto probabilmente maggiore in Germania (-0,9 punti).
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