"Con la riforma fiscale - ha proseguito Leo - rivedremo l'Irpef e i sistemi sanzionatori ponendo le basi per una semplificazione del rapporto fisco/contribuenti con questi ultimi costretti a fare i conti con 70 pagine di crediti d'imposta da gestire. Se semplifichiamo e come cinghia di trasmissione mettiamo i commercialisti, otterremo un grande risultato".
"I commercialisti giudicano positivamente la ‘pace fiscale' - ha sottolineato Moretta - perché darà ossigeno a imprese e famiglie. La pandemia, prima, e la guerra poi hanno abbattuto quelle barriere di sicurezza e tranquillità che avevamo ed è necessario riattivare il circuito economico finanziario in Italia. Attendiamo una riforma fiscale esemplare perché è necessario dare obiettivi precisi alle misure adottate mettendo da parte gli interventi a pioggia".
Il punto di vista dei giovani professionisti è stato espresso da Matteo De Lise, numero uno dell'Unione nazionale Giovani Commercialisti: "Nella nuova legge di stabilità ci saremmo aspettati un atteggiamento più deciso a favore dei giovani. Accogliamo con favore l'innalzamento della soglia della flat tax ma ci aspettavamo una tassa piatta che considerasse la possibilità per i giovani di fare aggregazione. Un fisco di vantaggio rispetto alle nuove attività dei giovani per mettere insieme competenze e qualità per affrontare in modo vincente i mercati".
Di lotta all'evasione ha parlato Eraldo Turi, presidente dell'Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli: "In merito alla riforma fiscale serve innanzitutto semplificare. Non ne possiamo più delle difficoltà interpretative delle norme fiscali, di studiare 400 pagine per le dichiarazioni dei redditi. In Italia tra evasione dell'iva, delle imposte dirette e di tasse varie, l'evasione si aggira intorno ai 110 mld di euro, che rappresentano il 7% del pil nazionale".
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