Il Governo intanto sceglie la linea dura nei confronti di ArcelorMittal che ha notificato, appunto, la volontà di lasciare Taranto. "Pretendiamo chiarezza e il rispetto degli impegni contrattuali. Si viene in Italia, si vince una gara e si rispettano i termini contrattuali indicati nel bando. Saremo inflessibili. Non si può pensare di cambiare una strategia imprenditoriale adducendo a giustificazione lo scudo penale che peraltro non è previsto contrattualmente", ha detto il Premier Conte. Ancora più duro il Ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli che affonda senza troppi giri di parole: "Prende in giro lo Stato. Il piano industriale è stato disatteso per via di errori macroscopici".
L'azienda però non sembra disposta ad arretrare, come confermano anche i Sindacati. "In ogni caso, anche se la protezione legale fosse ripristinata, non sarebbe possibile eseguire il contratto" in quanto c'è la possibilità che, per un provvedimento dell'autorità giudiziaria di Taranto, venga di nuovo spento l'altoforno 2 e "in tal caso dovrebbero essere spenti anche gli altiforni 1 e 4 in quanto, per motivi precauzionali, sarebbero loro egualmente applicabili le prescrizioni» del tribunale sull'automazione degli altiforni. Quindi, il contratto sull'Ilva di ArcelorMittal andrebbe considerato "risolto". Lo si legge nell'atto di citazione di ArcelorMittal all'Ilva in amministrazione straordinaria - depositato al tribunale di Milano - pubblicato dal sito del "Corriere del Giorno".
Domani, intanto, giovedì alle 14 il Ministro Patuanelli terrà nell'Aula della Camera un'informativa urgente sulla vicenda dell'ex Ilva.
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