La questione nasce dalla decisione di Albera e Marina di esercitare il diritto di acquisto dei pacchetti azionari dei due altri figli del fondatore. Su consiglio di Zaoui & Co è stato, dunque, avviato un arbitrato tra i diversi azionisti per decidere il valore della catena. Nell'ambito del mandato finalizzato a esplorare le diverse opzioni per il gruppo, l'advisor londinese aveva valutato la catena di supermercati tra i 4 e i 4,5 miliardi di euro. Una cifra inferiore al miliardo a testa al quale puntavano i due fratelli per vendere che, se la stima fosse confermata, si tradurrebbe in un assegno, per Violetta e Giuseppe, tra gli 1,2 e gli 1,35 miliardi.
L'opzione di acquisto era parte dell'accordo che nel luglio 2017 mise fine alle querelle tra i due rami della famiglia, e che prevedeva in origine anche l'ipotesi di quotare Esselunga in Borsa. Ma sebbene siano stati compiuti importanti passi avanti, la trattativa per la vendita definitiva potrebbe essere lunga e non si concluderà prima della metà dell'anno. A dire ora l'ultima parola sarà il collegio arbitrale.
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