Esselunga, via al riassetto finale. Dai fratelli Caprotti mandato per valutazione del 30%

Esselunga, via al riassetto finale. Dai fratelli Caprotti mandato per valutazione del 30%
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Sabato 2 Marzo 2019, 11:30
(Teleborsa) - Nuova tappa nel riassetto di Esselunga e in particolare della sua controllante, la holding Supermarkets Italiani. La trattativa tra gli azionisti ed eredi di Bernardo Caprotti, è ufficialmente entrata nel vivo. Su un fronte, con il 70% della holding Supermarkets Italiani, ci sono la seconda moglie del fondatore, Giuliana Albera, e la figlia Marina Caprotti. Sull'altro i figli di primo letto del patron di Esselunga, Giuseppe e Violetta Caprotti, col 30%. E, mentre si prevede già un un braccio di ferro sulle cifre, in campo scendono gli advisor finanziari scelti dai due fratelli per la valutazione della società nella vendita delle quote nella holding: Mediobanca per Violetta e gli indipendenti Marco Costaguta e Marco Lippi scelti da Giuseppe. Come legali ci sono lo studio Erede per Violetta e Roberto Casati per Giuseppe.

La questione nasce dalla decisione di Albera e Marina di esercitare il diritto di acquisto dei pacchetti azionari dei due altri figli del fondatore. Su consiglio di Zaoui & Co è stato, dunque, avviato un arbitrato tra i diversi azionisti per decidere il valore della catena. Nell'ambito del mandato finalizzato a esplorare le diverse opzioni per il gruppo, l'advisor londinese aveva valutato la catena di supermercati tra i 4 e i 4,5 miliardi di euro. Una cifra inferiore al miliardo a testa al quale puntavano i due fratelli per vendere che, se la stima fosse confermata, si tradurrebbe in un assegno, per Violetta e Giuseppe, tra gli 1,2 e gli 1,35 miliardi.

L'opzione di acquisto era parte dell'accordo che nel luglio 2017 mise fine alle querelle tra i due rami della famiglia, e che prevedeva in origine anche l'ipotesi di quotare Esselunga in Borsa. Ma sebbene siano stati compiuti importanti passi avanti, la trattativa per la vendita definitiva potrebbe essere lunga e non si concluderà prima della metà dell'anno. A dire ora l'ultima parola sarà il collegio arbitrale.
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