"Un percorso iniziato un anno e mezzo fa grazie all'Associazione dei consumatori. Abbiamo lavorato insieme a loro, grazie anche al supporto della Scuola Superiore di Sant'Anna proprio per creare questo laboratorio di cooperazione", ha esordito Descalzi. "Per noi è fondamentale – ha spiegato – perché abbiamo preso degli impegni stringenti di decarbonizzazione di tutte le nostre attività e di tutto il processo: dalla materia prima alla trasformazione della materia prima fino al consumatore. Siamo entrati in un grosso cambiamento, soprattutto grazie alle tecnologie ma anche perché i prodotti cambiano. Prodotti verdi, decarbonizzati: dal gas che proviene dall'idrocarburo passiamo al biogas e al biometano, a un'elettricità decarbonizzata da rinnovabili e tutti gli altri prodotti bio, compresi i biocarburanti".
L'amministratore delegato di Eni ha sottolineato che si è trattato di "un cambiamento tecnologico, iniziato nel 2014. Abbiamo investito più di 5 miliardi di euro in tecnologie e nella loro applicazione. Il grande obiettivo è quello di decarbonizzare il momento produttivo ma l'obiettivo più importante al 2050, cioè la completa decarbonizzazione, è quello di decarbonizzare i prodotti, il cosiddetto Scope 3, anche 8 volte superiore agli scope 1 e 2 in termini di emissioni".
"La grande rivoluzione, che è tecnologica ma anche di competenze, è stata quella di cambiare i prodotti – ha spiegato – Abbiamo una base clienti contrattualizzata di 10 milioni, che potrebbe arrivare a 15 o 20 milioni, che consumano gas che deve diventare biogas ed energia elettrica che deve arrivare dalle fonti rinnovabili. Poi c'è la parte chimica e qui entriamo nella circolarità". Descalzi ha fatto riferimento all'importanza del riciclo in tema di polimeri, ai processi per ottenere idrogeno decarbonizzato, allo stoccaggio della CO2 e ai processi di mineralizzazione nella produzione di cemento.
"Un processo impegnativo dal punto di vista tecnologico ma è ancora più impegnativo e necessario, spiegare costantemente qual è l'evoluzione del prodotto, come si fa a riconoscere un prodotto circolare e decarbonizzato – ha sottolineato – Ecco perché penso che lavorare e collaborare sia importante. un lavoro dinamico perché il processo industriale è dinamico. Nuovi posti di lavoro, nuove skill e nuove reti di connessione con i consumatori". Per tali ragioni, "questi eventi e queste collaborazioni con le università sono fondamentali", ha concluso.
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