In questi ultimi due casi, le risorse raccolte verrebbero redistribuite ai consumatori (famiglie e imprese) più vulnerabili, per compensare i rincari. La discussione tra i ministri continua ora sulle altre proposte, fra le qua sostenuta dall'Italia e altro 14 Stati membri (fra cui Francia, Spagna e Polonia) – avversata dalla Germania – di stabilire un tetto al prezzo generalizzato per tutte le forniture di gas all'Ue, da qualunque provenienza, comprese quelle di gas naturale liquefatto Gnl.
La Commissione europea, da parte sua, ha presentato un "non paper" che sostanzialmente boccia il "price cap" generalizzato per il gas come soluzione troppo complicata, contraria alla logica di mercato, suscettibile di far aumentare la domanda, che invece va ridotta, e soprattutto rischiosa per la sicurezza degli approvvigionamenti. I ministri, inoltre, hanno sul tavolo anche una serie di nuove proposte che la Commissione ha prospettato nel suo "non paper", alcune delle quali non sembrano soddisfare in particolare il fronte favorevole al "price cap" generale sul gas.
L'Esecutivo comunitario ha confermato di voler imporre un tetto al prezzo solo per il gas russo importato (che è ormai diventato residuale nell'approvvigionamento dell'Ue, rappresentando oggi il 9% delle importazioni rispetto al 40% dell'anno scorso). In più, la Commissione ha annunciato che elaborerà e lancerà un nuovo indicatore per il mercato del gas, che verrebbe affiancato al Ttf di Amsterdam, e sarebbe dedicato specificamente al Gnl. Un'altra proposta della Commissione, completamente nuova, è quella di imporre un tetto al prezzo del gas usato per generare elettricità.
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