"In Italia abbiamo commissioni non eque, le più alte d'Europa. Parliamo del 20% del valore nominale di ogni buono. È un meccanismo influenzato enormemente dagli sconti ottenuti dalla Consip nelle gare indette con la logica del massimo ribasso. Peccato che i risparmi che la centrale di acquisto pubblica riesce ad ottenere nell'assegnazione dei lotti di buoni pasto siano sostanzialmente annullati dal credito d'imposta che le società emettitrici ottengono a fronte della differenza Iva tra le aliquote applicate in vendita e in riscossione. A pagare il conto sono le nostre aziende", dichiara Alberto Frausin, Presidente di Federdistribuzione.
"Vogliamo che i buoni pasto, un servizio prezioso per milioni di lavoratori e famiglie, continuino a essere utilizzati anche in futuro, ma ciò sarà possibile solo sulla base di condizioni economiche ragionevoli e di una riforma radicale dell'attuale sistema che riversa commissioni insostenibili sulle imprese e ne mette a rischio l'equilibrio economico", conclude Frausin.
© RIPRODUZIONE RISERVATA