Il presidente Locatelli ha poi parlato della situazione epidemiologica italiana, "largamente più favorevole rispetto a quella di altri Paesi, anche rispetto alla Germania, in termini di circolazione virale". "Tutto questo non è accaduto per caso: è il frutto di una delle percentuali più alte di soggetti vaccinati nella popolazione vaccinabile – ha spiegato –. Anche perché abbiamo avuto una gradualità nelle riaperture. Quando da tecnici si sottolineava l'importanza della gradualità, non era per impattare negativamente sulla vita degli italiani, ma per evitare rischi. Infine è importante il mantenimento delle misure non farmacologiche: mascherina, lavaggio delle mani e distanziamento. Tutte cose che nel Regno Unite sono state abbandonate". "Noi avevamo suggerito aperture più graduali, poi la politica ha ritenuto di fare scelte diverse – ha aggiunto –. Al momento i numeri dicono che non abbiamo pagato un prezzo per queste riaperture".
Locatelli, infine, non esclude la possibilità di prevedere l'obbligo di vaccinazione, "qualora ce ne fossero gli estremi, si potrebbe considerare l'obbligo", dopo la politica di convincimento "che ha fatto largamente breccia e ha permeato la coscienza di tanti cittadini". "Vaccino e tampone non sono la stessa cosa – ha sottolineato –, la stessa durata del Green Pass ottenuto da questi infatti si diversifica. Il tampone dà una fotografia istantanea la cui validità ha una durata assai limitata, 48-72 ore. Tutto questo serve solamente a dire che in quel momento quel soggetto ha una bassa probabilità di essere contagiante. Quei pochi soggetti che si infettano dopo essere stati vaccinati hanno una capacità contagiante molto più bassa".
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