BCE, de Guindos: mercati possono sottovalutare inflazione, dubbi su solidità hedge fund

BCE, de Guindos: mercati possono sottovalutare inflazione, dubbi su solidità hedge fund
2 Minuti di Lettura
Giovedì 22 Dicembre 2022, 09:30
(Teleborsa) - "Aumenti di 50 punti base potrebbero diventare la nuova norma nel breve termine. Dovremmo aspettarci di aumentare i tassi di interesse a questo ritmo per un periodo di tempo. E i nostri tassi di interesse entreranno quindi in un territorio restrittivo". Lo ha affermato Luis de Guindos, vicepresidente della Banca centrale europea (BCE), in un'intervista con Le Monde, aggiungendo che "i passi che abbiamo fatto finora avranno un impatto sull'inflazione, ma dobbiamo ancora fare di più".

A una domanda sul fatto che scelte così aggressive possano strozzare la crescita, ha risposto: "La politica monetaria funziona temperando la domanda, che a sua volta tempera la crescita, non c'è alternativa. Se non interveniamo, la situazione peggiorerebbe perché l'inflazione è uno dei fattori alla base dell'attuale recessione. Riduce il reddito disponibile delle famiglie e colpisce in particolare i membri più vulnerabili della società. Riducendo l'inflazione, contribuiremo alla crescita".

Il vicepresidente ha fatto intendere che la BCE non è preoccupata dal disappunto di alcuni governi dell'Eurozona per le sue scelte. "Il modo migliore per aiutare i governi è ridurre l'inflazione. Attualmente è il problema principale per molti paesi europei. Certo, l'aumento dei tassi di interesse significa un aumento dei costi di finanziamento per i governi. Ma abbiamo un mandato e dobbiamo rispettarlo: l'inflazione è attualmente al 10% e l'inflazione core al 5%, mentre il nostro obiettivo è il 2%".

de Guindos ha riconosciuto che le condizioni di stabilità finanziaria si sono deteriorate a causa della minore crescita, dell'aumento dell'inflazione e dell'inasprimento delle condizioni finanziarie. "Temo che i mercati possano sottovalutare la persistenza dell'inflazione - ha sottolineato - L'inflazione dell'area euro è scesa dal 10,6% al 10,1%, ma non basta".

Inoltre, l'economista spagnolo teme che i mercati "possano considerare la politica fiscale incompatibile con la politica monetaria, che vi sia un potenziale conflitto". "Questo è quello che è successo nel Regno Unito a settembre", ha puntualizzato.

Infine, ha ammesso che "le banche hanno una solida posizione patrimoniale e possono resistere a uno shock. Ma ho molti più dubbi sui soggetti non bancari, in particolare sugli hedge fund. Il loro livello di leva finanziaria è enorme, hanno attività altamente illiquide e hanno accumulato attività rischiose. Quindi un brusco aumento delle tariffe potrebbe causare problemi".
© RIPRODUZIONE RISERVATA