La decisione ha provicato un rafforzamento dello yen a 107,61 contro il dollaro, valore più alto da gennaio, mentre gli operatori iniziano a quotare un divario minore tra i tassi giapponesi e statunitensi dopo le indicazioni della Fed.
La politica annunciata dalla banca centrale USA, unita al rallentamento della Cina indotto dalla sua guerra commerciale con gli Stati Uniti, crea crescenti rischi per le prospettive economiche del Giappone. La debolezza delle esportazioni ha infatti contribuito a rallentare l'economia giapponese nel 2019.
"È probabile che i rischi al ribasso sulle economie estere siano significativi, ed è anche necessario prestare molta attenzione al loro impatto sul sentiment delle imprese e delle famiglie in Giappone", ha affermato la BoJ nel suo statement a proposito della posizione "dovish" assunta ieri dalla Fed.
Ma la banca centrale non ha mostrato alcun segno di azione politica in risposta a questo nuovo scenario. La BoJ ha dichiarato che l'economia giapponese dovrebbe "continuare su una tendenza all'espansione moderata" e ha mantenuto invariate tutte le sue linee guida, anche se l'inflazione rimane molto al di sotto dell'obiettivo del 2%.
La BoJ, al momento, continua a faticare a riaccendere l'inflazione nonostante sei anni di stimoli monetari aggressivi. Haruhiko Kuroda, il governatore della BoJ, parlerà in una conferenza stampa oggi.
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