Argentina, la Kirchner nega il default. Il ministro dell'Economia: cavolata atomica

Argentina, la Kirchner nega il default. Il ministro dell'Economia: cavolata atomica
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Venerdì 1 Agosto 2014, 10:46 - Ultimo aggiornamento: 2 Agosto, 15:40
Il presidente argentino Cristina Fernandez de Kirchner, ha negato che il debito del suo paese sia andato in default. Standard & Poor's, secondo "la presidenta", ha solo detto che i problemi sul mancato rimborso delle obbligazioni erano da riferire all'insolvenza da 90 miliardi di dollari di 13 anni fa. Kirchner lo ha ribadito ieri in un discorso televisivo, avanzando la disponibilità a ulteriori colloqui con gli hedge fund, che hanno citato in giudizio lo stato argentino presso la corte federale di Manhattan, per 1,5 miliardi dollari di obbligazioni non rimborsate.



«Devo difendere gli interessi del mio paese - ha detto Kirchner - Pagando potrebbero innescarsi ulteriori pretese a danno dell'Argentina».



Dire che l'Argentina è in default è «una cavolata atomica», ha aggiunto il ministro dell'Economia Axel Kicillof, in apertura di una conferenza stampa a Buenos Aires sul fallimento della trattativa con gli «hedge fund» sul pagamento dei bond non ristrutturati del paese sudamericano.



Va ricordato che il giudice federale di Manhattan ha preventivamente bloccato 539 milioni dollari, che il paese aveva inviato per il pagamento di cedole di obbligazioni emesse successivamente al 2001, per l'opposizione dei fondi hedge che reclamavano il loro rimborso, prefigurando una sorta di “bancarotta preferenziale”.



Ieri i prezzi delle obbligazioni argentine sono scese, insieme all'indice azionario Merval dopo la dichiarazione di S&P secondo cui l'Argentina era da ritenersi in default su circa 13 miliardi di dollari di debito. Moody Investors Service ha messo il rating del paese in outlook negativo.



La Kirchner ha risposto che un blocco dei pagamenti da parte di un giudice federale americano non può generare un default. «Questa situazione non è nemmeno contemplata nei contratti obbligazionari - ha detto ancora il ministro dell'Economia -. L'Argentina farà tutti i ricorsi legali per dimostrare che non è in difetto. Chiunque si ostina a dichiarare il contrario, dice delle sciocchezze».

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