Banche fallite, Padoan: «Misure umanitarie per i risparmiatori»

Pier Carlo Padoan
di Andrea Bassi
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Mercoledì 9 Dicembre 2015, 09:22 - Ultimo aggiornamento: 14 Dicembre, 21:32

ROMA Il governo rimane fermo sulla linea dell'aiuto «umanitario» ai risparmiatori che avevano sottoscritto obbligazioni subordinate, quelle a più alto rischio, delle quattro banche fallite e che hanno perso tutti i loro soldi. Ieri a ribadire che la strada sarà questa, è stato direttamente il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. Il numero uno del Tesoro ha spiegato come non è possibile legare i rimborsi al meccanismo di risoluzione della crisi di Pop Etruria, Carife, Banca Marche e CariChieti, perché la Commissione Ue potrebbe bocciare l'intervento mettendo a rischio l'intera operazione di salvataggio. Il punto centrale rimane sempre lo stesso, come stabilire chi ha diritto all'aiuto.

Chi, cioè, rischia di finire in condizioni di «indigenza» a causa delle perdite subite con le obbligazioni delle quattro banche. Una delle ipotesi emerse in queste ore sarebbe quella di utilizzare l'indicatore sintetico di situazione economica, l'Isee.
Il pregio di applicare questo indice per stabilire chi ha diritto al rimborso, sarebbe che l'Isee tiene conto non soltanto del reddito, ma anche del patrimonio. Verrebbero in questo modo esclusi coloro che pur avendo redditi bassi, hanno conti correnti cospicui o altri investimenti. La soglia sotto la quale si avrebbe diritto al rimborso non è ancora stata decisa. Oggi le prestazioni assistenziali, in genere, vengono erogate per un nucleo di tre persone con un Isee di circa 21 mila euro.

Per quanto riguarda la dote del fondo di “sostegno” ai risparmiatori, dovrebbe essere confermata in 100 milioni di euro. Gli obbligazionisti coinvolti sono in totale 10.500 per un importo complessivo di perdite valkutato intorno a 300-330 milioni di euro. Il ristoro complessivo, insomma, non andrà oltre il 30%.

LE ALTRE MISURE
Alcuni parlamentari del Pd, a cominciare dal presidente della Commissione bilancio della Camera, Francesco Boccia, stanno lavorando poi ad un emendamento per dare una qualche forma di rimborso anche agli azionisti. Dovrebbe poi essere approvata la proposta con la quale srà data la possibilità alle banche di dedurre fiscalmente i contributi volontari al fondo di risoluzione. Sempre sul fronte delle tutele ai risparmiatori, ieri è arrivato la richiesta ufficiale di stop da parte della Germania al fondo comune di tutela, quello che dovrebbe assicurare a livello Ue i conti correnti fino a 100 mila euro in caso di fallimento di una banca.

Berlino lega l'avvio di questa misura ad una diversa valutazione dei titoli di Stato nei portafogli delle banche. Alcuni, come i Bot e i Btp, andrebbero considerati più rischiosi di altri, come i bund. Una decisione in tal senso, ovviamente, metterebbe in difficoltà soprattutto le banche italiane, i cui forzieri sono pieni di titoli di Stato comprati nella fase più difficile della crisi dello spread per sostenere il debito pubblico.