In una curiosa ibridazione tra divulgazione e fiction, (ri)scrive la storia del non partito protagonista della più clamorosa affermazione politica degli ultimi anni. Mattiacci immagina gli incontri, i piani, gli schemi dei partecipanti alla fondazione del Movimento. Su tutti ci sono Pino, ex comico del sabato sera televisivo che ora ha un blog e fa spettacoli, e Pierroberto, il guru che ha in mente l’impresa con parole decise, spiegate a un Pino chiamato a metterci la faccia, che schiaccia zanzare sui fogli: “Noi ci inventiamo un MERCATO DIVERSO: noi miriamo a quei sei-sette milioni contendibili e ai diciassette che dichiarano di non votare. In tutto fanno ventiquattro milioni di voti e noi a tutti i partiti vecchi li mandiamo ad asciugare gli scogli e pettinare le bambole e i giaguari li lasciamo liberi senza rompergli i coglioni! Noi…”.
Il marketing – è la tesi del libro – fa vincere le elezioni. Nel caso specifico, basta individuare un target preciso di elettori-clienti: i “contro”, quelli che non votano; aprire il simbolo del movimento a tutti: “condividere” quindi; usare la Rete come strumento di diffusione, dove la vecchia politica passa ancora attraverso giornali e televisione. Il risultato è storia recente. Ve lo do io il marcheting, costruito dai comici e riuscitissimi flussi di coscienza dei protagonisti, termina con le consultazioni al Quirinale. Leggendolo, ci si chiede quanto l’immaginazione abbia catturato la realtà e cosa sia accaduto davvero prima degli streaming.
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