Giorgio Ursicino
MilleRuote
di Giorgio Ursicino

Mobilità ecologica, muoversi usando solo energia rinnovabile salverà il pianeta

La mobilità del futuro
di Giorgio Ursicino
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Lunedì 19 Ottobre 2020, 10:19 - Ultimo aggiornamento: 21 Ottobre, 19:20

All’inizio era una utopia, un miraggio, un ideale difficilmente realizzabile. Con il tempo, la determinazione e il genio umano, è diventato un target. Un obiettivo possibile. Anzi indispensabile. Per la prima volta nella storia millenaria del mondo, è diventata concreta la chance di lasciare alla fine di questo secolo alle generazioni future il nostro pianeta in condizioni migliori di come l’avevamo ereditato dai nonni nei cento anni precedenti. Sembrerà una sciocchezza, ma un grande passo per l’umanità che, per la prima volta, dimostrerebbe che si può rispettare l’ambiente anche essendo più di 10 miliardi ed avendo trasformato la Terra in un villaggio globale.

Un habitat dove tutti sono collegati con tutti e si spostano con grande facilità. Vuoi per diletto, vuoi per lavoro. Per centrare il risultato, la ricetta è semplice. Quasi banale. Dobbiamo mandare in pensione l’oro nero (grande protagonista del progresso nel ventesimo secolo) e le altre fonti energetiche esauribili ed inquinanti per sostituirle con “forze” pulite. E, per di più, disponibili in quantità “infinita” in modo da svolgere in tranquillità le numerose attività che dobbiamo portare a termine quotidianamente. Via gli idrocarburi via l’atomo. Tappeto rosso al solare, all’eolico, all’idroelettrico che sono sorgenti ecologiche e altamente rinnovabili.

Pensate all’energia emessa dal nostro Sole: si perde nel cosmo e gli scienziati assicurano che sarà disponibile per milioni di anni. Poi si vedrà. Tutto questo ben di dio pare sia possibile. Ce lo assicurano gli esperti delle grandi società energetiche che, nei loro piani al 2050, hanno già pianificato di essere “carbon free”, cioè del tutto indipendenti dai materiali fossili. Gli altri colossi che si chiamano addirittura “petroliferi” stanno ripensando se stessi e presto cambieranno la loro denominazione, aprendo man mano all’idrogeno e, perché no, alle celle delle batterie. Vettori in grado di contenere energia pulita che diventeranno sempre più vitali per stabilizzare le reti di un globo che ha scelto l’elettricità come stella polare.

Potrebbe sembrare una contraddizione, ma non lo è. È il mondo che cambia, si evolve.

E bisogna adeguarsi il più rapidamente possibile, evitando che per essere nostalgici si finisca per comportarsi da “frenatori”. In questo scenario complesso e affascinante, ha ruolo strategico la mobilità di tutti i tipi che consente di cavalcare il progresso e di concretizzare la libertà individuale, uno dei beni più preziosi della società moderna. Importante, ma non unico, perché, per essere vincente, l’approccio virtuoso dovrà essere esteso a tutti i campi dello scibile umano.

Rimanendo ai trasporti, si allargheranno i loro orizzonti e i mezzi dovranno diventare sempre più elettrici per sfruttare un’energia pulita disponibile in quantità sempre maggiori. Ogni tipologia di mobilità ha le sue esigenze e di conseguenza avrà i suoi tempi per adeguarsi al cambiamento. Il treno è il più avanti di tutti in questo percorso verde, l’Alta Velocità ha già cambiato il nostro modo di vivere e di spostarci, almeno sulle corte e medie distanze. Ora è scattata l’ora della rivoluzione su strada che nei prossimi 30 anni cambierà radicalmente una realtà che per oltre un secolo sembrava immutabile.

Poi toccherà alle navi l’avanzamento verso le emissioni zero, mentre si dovranno impegnare di più gli aerei che per svolgere la loro missione avranno bisogno di più tempo per rinunciare agli idrocarburi. Per la fine del secolo, comunque, dovrebbero arrivarci. Servono dei piani ad ampio respiro per rimanere protagonisti, come quello nato 40 anni fa ed ancora in atto che ha consentito a Trenitalia delle nostre Fs di diventare un’eccellenza a livello mondiale. Si può restare ai vertici ma, specialmente quando è così scoppiettante, il domani va pianificato. Con grande anticipo.

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