Fin qui tutto bene
di

La pelata banalità

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Domenica 5 Giugno 2016, 11:34 - Ultimo aggiornamento: 11:54
Sono arrivato alla Stazione Termini quasi un'ora prima della partenza del treno per Firenze. Un'ora prima, manco dovessi prendere l'aereo. E' quel senso dell'anticipo dell'ansioso o dell'eccitato, ma tendo a pensare che fosse più per l'ansia, però. I bambini mi hanno salutato come se andassi a comprare le sigarette, mia moglie mi voleva quasi scortare al binario. Sono le diversità famigliari. Parto col sole bollente e arrivo in una Firenze bagnata dalla pioggia e da quella "gianna" che ti pizzica le braccia, che ovviamente sono a maniche corte. I terroristi dell'Isis sono ancora lontano tre giorni. La Francia ė a tre giorni da me. Morirò, lo so. Sembrava di aver attraversato tre continenti, invece non avevo fatto nemmeno due ore di treno. Direzione Coverciano, dove comincia la vera avventura. Lì dorme la Nazionale, ancora per una giornata, perché domani si parte tutti per Verona. Rivedo vecchi compagni di Brasile 2014, chi con qualche chilo in più, chi con qualche capello in meno (o bianco in più). Io ovviamente non ho rinunciato a niente di tutto ciò. Appare nel salotto del centro federale l'arbitro Collina, che ha appena spiegato ai giocatori le nuove regole per l'Europeo. Mamma se se la tira. Un collega gli chiede: «Preferirebbe vedere in finale di Euro 2016 un arbitro italiano oppure l'Italia?». «Questa domanda, mi consenta, è banale, me la facevano anche quando arbitravo», la risposta sgradevole di Collina. Sì, forse sarà stata pure banale, ma tanto se l'avesse fatta intelligente, difficile, piccante, scomoda avrebbe "banalmente" non risposto o magarai, anche lui, sarebbe caduto nell'ovvio. Qui di banale c'è sempre e solo la voglia di screditare il lavoro altrui. Perché poi, un altro collega gli ha chiesto: «Collina, lei è tra gli Euroscettici? Da tifoso che giudizio dà sull'Italia?». Domanda giusta. Risposta: «Io tifo solo per la mia nazionale, quella degli arbitri». Ecco, questa sì, una risposta davvero "non banale". Ho quasi la pelle d'oca.       
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