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«Il rapporto del consorzio interuniversitario Almalaurea 2021 promuove l'Università della Tuscia, che si conferma al di sopra della media nazionale e regionale per la soddisfazione complessiva dei laureati svolto e nella soddisfazione dei rapporti con i docenti».
«La notizia è scandita dal rettore Stefano Ubertini, insieme ai numeri che certificano la performance: la percentuale dei laureati che si dice molto soddisfatta per il corso di studio frequentato sale al 95% sui laureati magistrali (93,2% sul totale dei laureati), in crescita di circa 2 punti rispetto all'indagine dello scorso anno e quasi 3 punti sopra alla media della Regione Lazio. Non basta, perché oltre 94 su 100 i laureati che si dichiarano soddisfatti del rapporto che hanno avuto con i docenti durante il loro percorso di studi. Risultato finale? «L'Ateneo viterbese – rileva il magnifico – i piazza al nono posto assoluto in Italia sui 73 atenei analizzati».
L’indagine di Almalaurea ha indagato pure sulla condizione occupazionale dei laureati magistrali 2020. Anche su questo aspetto a Santa Maria in Gradi lasciano le parole ai numeri. Già ad un anno dalla laurea il 62.5% dei laureati dichiara che le competenze acquisite sono molto efficaci nel lavoro svolto, quasi 5 punti in più rispetto alla media nazionale e regionale che si attestano al 57.8% e al 57,6%.
«L’efficacia del titolo universitario – aggiunge il prorettore vicario Alvaro Marucci - ha il pregio di sintetizzare la richiesta e la spendibilità del titolo universitario nel mercato del lavoro».
Stilando la classifica dei migliori tassi di occupazione viene fuori che i più elevati si registrano per Scienze e tecnologie forestali (100% di occupati a un anno dalla laurea). Poi, a seguire, Scienze e tecnologie alimentari (86%), Ingegneria meccanica (83%), Amministrazione finanza e controllo (82%), Lingue e letterature moderne (80% contro una media nazionale del 58%) e Biotecnologie agrarie (77% contro una media nazionale del 66%). Il 100% dei laureati in Marketing e qualità lavora dopo 3 anni dal conseguimento del titolo.
«Interessante – conclude il rettore - anche il dato di genere: l’indagine sulla condizione occupazionale, pur registrando una disuguaglianza tra uomini e donne (il tasso di occupazione è pari al 67.7% per le donne e al 69.7% per gli uomini), rivela che il divario percentuale di circa 2 punti è nettamente inferiore a quello medio nazionale (12%) e quello regionale (11%)».
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