Viterbo, sul voto in Provincia il senatore Fusco (Lega) avvisa: il centrodestra «così è finito»

Umberto Fusco (a des.)
Attacchi frontali nel centrodestra per la corsa al rinnovo dell'amministrazione provinciale. Un'elezione anomala (votano solo gli amministratori) che è entrata nel...

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Attacchi frontali nel centrodestra per la corsa al rinnovo dell'amministrazione provinciale. Un'elezione anomala (votano solo gli amministratori) che è entrata nel vivo, anche se non attira la curiosità dei cittadini. In corsa per un posto nel consiglio provinciale ci sono i consiglieri di 39 comuni, su cinque liste presentate. Una gioca il ruolo di battitore libero e due ciascuno sono quelle a sostegno dei candidati presidenti: Alessandro Romoli (sindaco di Bassano in Teverina) e Alessandro Giulivi (sindaco di Tarquinia).

I comuni maggiormente rappresentati sono ovviamente Viterbo, che ha sulla griglia preferenze 6 consiglieri (Grancini, Perlorca, Caporossi, Marini, Delle Monache e Erbetti) e Civita Castellana con 4 (Giampieri, Sconocchia, Tomei, Sorrentino).

Sono comuni a guida centrodestra che, per la spaccatura creata nella coalizione dal rinnovato patto PdForza Italia per palazzo Gentili, presentano candidati su tutte le liste in corsa.Una situazione che rischia di esplodere subito dopo la votazione. Ad accendere la miccia è stato il senatore Umberto Fusco (Lega). «Il centrodestra non c'è più a Viterbo afferma - e il giorno dopo le elezioni faremo i conti e diremo cosa cambierà. E' un problema rilevante che va affrontato con molta attenzione, anche a Civita Castellana». Giulivi non è da meno: «Ai cittadini non piacciono gli inciuci - dice - e io sono per la vecchia concezione della politica in cui c'è sempre un riferimento politico unico».

Sull'altro fronte della barricata così hanno spiegato la tesi dell'accordo: «La nostra lista rappresenta il centrosinistra: Partito democratico, M5S e i vari civici sottolinea il segretario provinciale Pd, Manuela Benedetti - vuol continuare il lavoro di Nocchi. Per proseguire nella buona amministrazione, con trasparenza, abbiamo deciso di sostenere Alessandro Romoli che in questi anni è stato il vice».

La tesi di Romoli: «Non mi interessano i connotati ideologici di ognuno. Che io sia di Forza Italia, partito di centro destra, non è un mistero. In questa fase bisogna avere il coraggio di superare le barriere ideologiche e assicurare un governo attento alle amministrazioni locali»

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Il Messaggero