Gli studenti e la movida: no alla città dormitorio

Gli studenti e la movida: no alla città dormitorio
In città tutti a letto dopo cena. O quasi. Nemmeno ai tempi di Carosello, probabilmente, Viterbo di sera era così vuota. Se l'intento del Comune nel rivedere gli...

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In città tutti a letto dopo cena. O quasi. Nemmeno ai tempi di Carosello, probabilmente, Viterbo di sera era così vuota. Se l'intento del Comune nel rivedere gli orari di chiusura dei locali del centro storico era quello di evitare gli schiamazzi, di sicuro c'è riuscito. A quale prezzo, è tutt'altro discorso. A dare una lettura decisamente poco entusiastica delle movida in versione Arena sono gli studenti universitari. Già, perché Viterbo, oltre che città dei papi (e, una volta, anche dei militari), anelerebbe pure a diventare città universitaria. Almeno questa dovrebbe essere la sua naturale evoluzione visto che l'ateneo della Tuscia cresce di anno in anno e attrae sempre più studenti fuori sede.


Ma la stretta del Comune contro i luoghi di ritrovo di matricole&co, se assicura sogni d'oro ai residenti, rischia di togliere appeal a Viterbo come meta di universitari. Ausf, Ases, Cut, UniVerso Giovani e Univercity Viterbo associazioni iscritte all'albo dedicato dell'Università degli Studi della Tuscia - partono da un dato di fatto, ovvero i «problemi esistenti da moltissimo tempo, legati al collegamento tra Viterbo e Roma, superabili per un pendolare solo tramite l'affitto di una stanza nel capoluogo».

Ed è qui che sorgono le perplessità rispetto alle ricadute della stretta. «Ci ritroviamo a presentare agli occhi degli ambiziosi studenti durante gli OpenDay dell'Unitus - denunciano - una realtà cittadina ostica, che non dà la possibilità di poter godere a pieno Viterbo come città. Una realtà che ci impedisce di vivere, nel tempo e nella misura che può avere a disposizione uno studente universitario, la realtà cittadina a 360 gradi, nell'interezza del suo medievale splendore, negando anche alle attività economiche del centro storico la possibilità di poterne trarre benefici».

Quindi, entrano nel merito: «Dopo le ordinanze del Comune notiamo continuano - un fortissimo impatto negativo sull'affluenza che non aiuta né le attività commerciali né gli studenti con permanenza di lungo periodo». Che significa? «Molte famiglie dei nuovi iscritti ci hanno palesato le loro preoccupazioni in merito alla desolazione che si vive passeggiando per il centro storico nelle ore serali. Chiedono se sia sempre così poco frequentato e se vi siano occasioni di ritrovo per gli studenti all'infuori dell'ambito universitario. Le vie della zona in questione, persino nei weekend. sono sempre meno popolate. Siamo davvero più sicuri in una città deserta?, chiedono.


E nonostante sottolineino di aver invitato più volte il comune ad instaurare un dialogo», rilanciano: «Serve un'operazione di riqualificazione del centro storico». Gli studenti sono pronti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero