Civita Castellana, Biblioteca, il giallo dell'operatività

Civita Castellana, Biblioteca, il giallo dell'operatività
E' sempre scontro tra studenti e amministrazione comunale di Civita Castellana sulla riapertura della biblioteca. Ieri i locali nello stabile di via Ulderico Midossi avrebbero...

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E' sempre scontro tra studenti e amministrazione comunale di Civita Castellana sulla riapertura della biblioteca. Ieri i locali nello stabile di via Ulderico Midossi avrebbero dovuto riaprire di battenti dopo lunga attesa, ma secondo gli studenti - così come per i partiti di opposizione - la biblioteca è rimasta con le porte chiuse. Per gli amministratori comunali invece, il presidio della cultura locale è rimasto aperto dalle ore 10 alle 12, come annunciato. Forse sarà stata una questione di orologi non sincronizzati

.«I cancelli sono rimasti chiusi e tutto è lasciato al caos- ha detto Paolo Abati del gruppo La biblioteca non si tocca -perché abbiamo chiamato anche gli uffici comunali e abbiamo scoperto che resterà chiusa al pubblico fino a data da destinarsi. Per ora la struttura è aperta solamente per il prestito e la restituzione libri. Tra l'altro, sarà possibile prenotarsi per la riconsegna e la prenotazione ma ahimè, nel sito del Comune nella sezione servizi online alla voce biblioteca non è presente un catalogo dei volumi presenti.

La comunicazione dell'assessore è stata poco chiara e per questo motivo chiediamo di avere più attenzione e di migliorare l'organizzazione davanti ai problemi legati a questioni culturali».

Parole fatte proprie dai i partiti di opposizione in cosniglio comunale, Rifondazione comunista e Pd. Dal municipio le accuse sono state respinte ai rispettivi mittenti. «I locali sono stati aperti per un paio di ore, come era previsto ha spiegato l'assessore alla Cultura, Simonetta Coletta - e sono riattivati, da un nostro tecnico, anche i collegamenti internet. Rispetto alla comunicazione non c'è stato alcun errore, perché alcune persone hanno riconsegnato dei libri presi in prestito, come da protocolli».

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Il Messaggero