Nigeria, Michelle Obama su ragazze rapite:Atto sconsiderato di terroristi per non farle studiare

Il rapimento delle studentesse in Nigeria è "un atto sconsiderato" commesso da un gruppo terroristico determinato a impedire loro di studiare, "o da uomini adulti che tentano di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il rapimento delle studentesse in Nigeria è "un atto sconsiderato" commesso da un gruppo terroristico determinato a impedire loro di studiare, "o da uomini adulti che tentano di spezzare le aspirazioni di giovani ragazze". Sono queste le durissime parole pronunciate dalla first lady statunitense Michelle Obama sul sequestro di oltre 200 ragazze nigeriane rivendicato dal gruppo terroristico Boko Haram. La first lady statunitense ha espresso la sua posizione nel discorso settimanale via radio e internet solitamente diffuso dal marito Barack Obama. In occasione della Festa della mamma, il messaggio è stato affidato a lei. Michelle Obama ha affermato che, come milioni di persone, lei e il presidente sono "indignati e con il cuore spezzato" a causa del rapimento delle circa 300 studentesse, avvenuto il 15 aprile nel dormitorio di un istituto scolastico nello Stato nigeriano di Borno. In queste ragazze, Barack e io vediamo le nostre figlie", ha detto Michelle Obama riferendosi a Malia, 15 anni, e Sasha, 12 anni. "Vediamo le loro speranze, i loro sogni, e possiamo soltanto immaginare l'angoscia che i loro genitori stanno provando ora". Quello accaduto in Nigeria non è un episodio isolato, ha proseguito la first lady, ma "una storia cui assistiamo ogni giorno, quando ragazze in tutto il mondo rischiano la vita per perseguire le proprie ambizioni". Ha menzionato il caso di Malala Yousafzai, la giovane pakistana gravemente ferita dai talebani nel 2012 e poi diventata ambasciatrice dei diritti all'educazione delle bambine. La moglie del presidente ha poi sottolineato che oltre 65 milioni di bambine in tutto il mondo non vanno a scuola.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero