Virus, in aereo uno “scudo d'aria” tra i passeggeri: l'idea per bloccare il contagio

Virus, in aereo uno “scudo d'aria” tra i passeggeri: l'idea per bloccare il contagio
Installare lastre di plexiglas nella cabina di un aereo sarebbe complicato e costoso, ma se la parete è fatta di aria forse l'idea di una divisione tra i sedili dei...

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Installare lastre di plexiglas nella cabina di un aereo sarebbe complicato e costoso, ma se la parete è fatta di aria forse l'idea di una divisione tra i sedili dei passeggeri può diventare praticabile. L'idea viene da una società statunitense, che ha proposto alle compagnie aeree una tecnologia piuttosto semplice da adottare e, almeno in teoria, in grado di fermare la trasmissione di agenti virali a bordo di un velivolo. Si tratterebbe di aggiungere alle normali bocchette già collocate al di sopra di ciascun posto un piccolo dispositivo che indirizza diversamente il flusso dell'aria. La corrente si trasforma così in una specie di parete invisibile che isola o quasi il respiro di ogni passeggero, garantendo al tempo stesso il ricircolo dell'aria. I dispositivi possono essere stampati in 3D, dunque anche la loro distribuzione appare molto semplice e poco onerosa.


Sin dall'inizio dell'epidemia di coronavirus, le compagnie aeree hanno valutato nuove soluzioni per far sentire più sicuri i passeggeri e vincere la paura del contagio che ancora trattiene tante persone dal volare. Tra le ipotesi, una diversa disposizione dei sedili che eviti di far sedere i viaggiatori uno accanto all'altro, barriere protettive, e l'eliminazione della poltrona centrale. Modifiche che le società hanno però giudicato economicamente insostenibili, e infatti fino a ora ben poco è cambiato all'interno delle cabine, se non le regole di comportamento dei passeggeri e dell'equipaggio. Va detto che finora i casi di contagio in cielo sono stati davvero limitati anzi vicini allo zero, e che il normale sistema di aerazione dall'alto in basso è sembrato già abbastanza efficace nel prevenire la diffusione delle famigerate goccioline di fiato, il “droplet” - come lo chiamano i virologi - accusato di trasportare il Sars-Cov-2 da una persona all'altra. Tutti i casi studiati fino a oggi di contagio provocato dall'aria condizionata sono avvenuti in ambienti diversi, in particolare ristoranti o ufficio, e sembrano essere dovuti a impianti che trasmettevano l'aria in orizzontale, spinta dagli “split” collocati su una parete. Viceversa, le bocchette degli aerei spingo l'aria (e le goccioline) verso il pavimento, ostacolando la dispersione del virus. Il dispositivo inventato dalla Teague (questo il nome della società statunitense che lo ha proposto) servirebbe dunque a rendere ancora più efficace l'effetto di questo flusso d'aria verticale, creando vere e proprie barriere intangibili, e oltretutto evitando al passeggero l'effetto - non sempre gradito - del getto d'aria concentrato sulla propria testa. Restano certo i rischi degli incontri nei corridoi e all'ingresso della toilette, rischi però contenuti, almeno se le persone rimangono a distanza ravvicinata solo per pochi secondi.
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Il Messaggero