Vaticano, monsignor Galantino, non è possibile fare troppi tagli, stiamo facendo accorpamenti ma non è facile

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Città del Vaticano – Il modello economico che finora è stato ovunque di riferimento va ritoccato, sta diventando insostenibile. Di...

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Città del Vaticano – Il modello economico che finora è stato ovunque di riferimento va ritoccato, sta diventando insostenibile. Di più. Occorre percorrere nuove vie perché questo esempio «di finanza sta facendo guai, e guai seri». Il presidente dell'Apsa, l'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, monsignor Nunzio Galantino parla al Senato, alla conferenza 'Sorella Economia' organizzata da Microcredito e da Piero Schiavazzi. «Il bene comune non e' la sommatoria di interessi singoli», ha sottolineato mandando in soffitta Adam Smith che diceva di «minimizzare le perdite e massimizzare i profitti». Un modello che anche in Vaticano va rivisto. Innanzitutto le vie che sono state individuate per la gestione dell'Obolo di San Pietro - spiega - si basano sulla testimonianza e la trasparenza, due direttrici che aiuteranno, sottolinea, a risollevare le entrate dell'Obolo in calo drastico da alcuni anni. 

«La cosa da fare e' mostrare a tutti che cosa di utile si fa con l'Obolo", la raccolta delle offerte per la carita' del Papa, in calo a causa della crisi ma anche per gli scandali finanziari che hanno investito la Santa Sede». 

Per sostenere il bilancio della Santa Sede, messo alla prova dalla crisi legata alla pandemia, anticipa monsignor Galantino, si è pensato ad «una riorganizzazione degli spazi occupati dalla Curia», confermando quanto era stato anticipato in occasione della presentazione del bilancio preventivo della Santa Sede.

L'esigenza, rimarca l'arcivescovo, e' ampliare la quota di immobili della Santa Sede da mettere a reddito considerato che, «in un bilancio di missione quale e' quello della Santa Sede, non e' possibile tagliare piu' di tanto. Il processo e' stato avviato, ci stiamo lavorando. Non e' semplice, fare accorpamenti non e' sempre facile. Non si tratta di spostare scrivanie. Ci sono uffici che hanno una storia anche nella loro disposizione, bisogna convincere la gente. Ci stiamo lavorando».

 


 

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Il Messaggero