Papa Francesco avverte: «La tristezza del cuore che porta al pessimismo assoluto è opera del demonio»

Francesco ha osservato che «la tristezza è il piacere del non piacere. Come prendere una caramella amara»

Papa Francesco avverte: «La tristezza del cuore che porta al pessimismo assoluto è opera del demonio»
Bisogna scandagliare il proprio animo per vedere se la tristezza che a volte alberga nel cuore è di natura buona o cattiva. Perché c'è una tristezza che...

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Bisogna scandagliare il proprio animo per vedere se la tristezza che a volte alberga nel cuore è di natura buona o cattiva. Perché c'è una tristezza che viene alimentata dal diavolo. Papa Francesco stavolta – dopo essere passato in rassegna al vizio della gola, dell'ira e della lussuria nelle settimane scorse – affronta «il demone subdolo» della tristezza, un «un vizio un pò bruttino» capace di avvelenare l'esistenza e portarla in un tunnel senza uscita venato da un catastrofico senso di impotenza e sconfitta che allontana dall'amore di Dio. «I padri del deserto lo descrivevano come un verme del cuore, che erode e svuota chi l'ha ospitato. Dobbiamo stare attenti a questa tristezza e pensare che Gesù ci porta alla gioia della resurrezione». Da qui il monito a sapere «reagire secondo la natura della tristezza . Che può essere una cosa brutta, ci porta al pessimismo e ad un egoismo che difficilmente guarisce». Bergoglio, nel corso della catechesi, ha ricordato che c'è «una tristezza che conviene alla vita cristiana e che con la grazia di Dio si muta in gioia: questa, ovviamente, non va respinta e fa parte del cammino di conversione. Ma vi è anche una seconda figura di tristezza che si insinua nell'anima e che la prostra in uno stato di abbattimento: è questo secondo genere di tristezza che deve essere combattuto. Nasce nel cuore dell'uomo quando svanisce un desiderio o una speranza». Sintetizzando, Francesco ha osservato che «la tristezza è il piacere del non piacere. Come prendere una caramella amara». 

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I Padri della Chiesa avevano elaborato un’importante distinzione.«Vi è infatti una tristezza che si muta in gioia: questa, ovviamente, non va respinta e fa parte del cammino di conversione. Ma vi è anche una seconda figura di tristezza che si insinua nell’anima e che la prostra in uno stato di abbattimento: è questo secondo genere di tristezza che deve essere combattuto risolutamente e con tutta forza, perché essa viene dal Maligno. Questa distinzione la troviamo anche in San Paolo, che scrivendo ai Corinzi dice così: La tristezza secondo Dio produce un pentimento irrevocabile che porta alla salvezza, mentre la tristezza del mondo produce la morte».

Il tema della tristezza assoluta che in campo medico viene definita depressione è stato affrontato diverse volte dal Papa che una volta volle citare  Sant’Ignazio di Loyola: «L’oscurità dell’anima, il turbamento interiore, lo stimolo verso le cose basse e terrene, l’inquietudine dovuta a diverse agitazioni e tentazioni: così l’anima s’inclina alla sfiducia, è senza speranza e senza amore, e si ritrova pigra, tiepida, triste e come separata dal suo Creatore e Signore». 

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Il Messaggero