Vaticano, Pignatone: dopo l'estate il processo sul Palazzo di Londra arriverà alla fase finale

Vaticano, Pignatone: dopo l'estate il processo sul Palazzo di Londra arriverà alla fase finale
Città del Vaticano - Sono attesi dopo l'estate gli interventi finali del maxi processo in Vaticano per lo scandalo finanziario legato alla disgraziata...

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Città del Vaticano - Sono attesi dopo l'estate gli interventi finali del maxi processo in Vaticano per lo scandalo finanziario legato alla disgraziata compravendita del Palazzo di Londra. Una tempistica di massima è stata fornita stamattina dal presidente del Tribunale, Giuseppe Pignatone che ha spiegato che la requisitoria del Promotore di giustizia – una specie di pm - dovrebbe arrivare entro il 20 luglio, prima che il Tribunale faccia la pausa estiva. Alla ripresa delle attività, ad ottobre, le repliche delle difese. E poi si arriverà alla sentenza dopo quasi due anni dall'inizio.

 

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Stamattina in aula, alla 47esima udienza, sono stati sentiti alcuni vescovi sardi che hanno parlato della gestione della cooperativa Spes, guidata dal fratello del cardinale Becciu, uno dei dieci imputati. «Il cardinale non si è mai interessato della gestione della Caritas e della Diocesi di Ozieri. C'era un rapporto di stima reciproca, ma mai è entrato nella gestione della Diocesi e della Caritas» ha risposto monsignor Sebastiano Sanguinetti, a proposito della gestione dei fondi della Segreteria di Stato. Gli ha fatto eco l'attuale vescovo, Corrado Melis, alla domanda della difesa di Becciu se il cardinale si fosse mai interessato alla gestione della Diocesi: «Assolutamente no», ha risposto.

 

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Sanguinetti, vescovo di Ozieri dal 1997 al 2006, poi amministratore apostolico dal 2012 al 2015, ha risposto in particolare sulla Cooperativa guidata dal fratello di Becciu, Antonino, braccio operativo della Caritas diocesana. I contributi inviati da Becciu alla Spes con fondi della Segreteria di Stato sono nelle imputazioni del processo. «È nata dalla riflessione a livello diocesano sul modo più efficace per aiutare le persone più disagiate - ha raccontato -. Si è pensato a una strutta autonoma dal punto di vista gestionale ma che condividesse le finalità caritative della Diocesi e della Caritas per l'aiuto delle persone più svantaggiate». 

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Antonino Becciu «era professore di religione e lavorava già all'interno della Caritas. Il suo servizio «era gratuito. Aveva lo stipendio di insegnante di religione». Si è parlato anche del progetto «Con le mani degli ultimi», che ha previsto l'acquisizione di un panificio in disuso e il suo ripristino per dare la possibilità di lavoro a giovani disagiati, oggi circa 70. «Feci domanda alla Segreteria della Cei per avere un contributo finanziario - ha ricordato Sanguinetti -. Poi, quand'era amministratore apostolico, ci fu un incendio che creò gravi danni alle strutture. Per la ricostruzione feci domanda alla Cei di ulteriori finanziamenti, che fu accettata, per 300 mila euro». Tra i temi del procedimento c'è anche il conto «promiscuo» dove confluivano i fondi alla Spes, compresi quelli della Prefettura per l'attività in favore dei migranti, un conto a parte rispetto agli altri della Diocesi e la cui corrispondenza arrivava direttamente alla Spes. 

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In un passaggio dell'udienza si è ricordata una causa di lavoro persa dalla Spes, sanzionata per 290 mila euro - aggravio molto pesante per la Cooperativa - in seguito alla quale Melis chiese via lettera un contributo di 250 mila euro alla Cei «per l'attività in generale, per contribuire alle attività sociali, non per pagare la sanzione», ha affermato. Tra i progetti, anche quello della Cittadella della Solidarietà. A favore dell'attività della Spes ha testimoniato in aula anche il sindaco di Ozieri, Marco Murgia, che ha descritto i vantaggi di avere persone svantaggiate assunte dalla cooperativa e che non gravano più sui servizi sociali del Comune. 

 

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Il Messaggero