Città del Vaticano – Il nome dell'istituto – il Provolo - ormai fa accapponare la pelle perchè rimanda ad un posto di orrori: si tratta infatti...
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Prete apre dibattito choc, per la Chiesa è moralmente più grave l'aborto che non l'abuso su un bambino
Vescovo tedesco rompe tabù, non è giusto risarcire le vittime degli abusi con i soldi dei contribuenti
Alcune di queste vittime saranno a Roma la prossima settimana. Nel frattempo hanno scritto una lettera a papa Francesco per chiedergli un incontro. «Noi siamo stati violentati, torturati da preti cattolici e da personale laico. La nostra storia è terrificante ed è stata nascosta per troppo tempo. Questi crimini non erano un segreto per la gerarchia della Chiesa in Argentina, né per la gerarchia vaticana. Lunedì prossimo saremo a Ginevra al Comitato dell'Onu contro la Tortura e al Comitato dei diritti dell'infanzia. Siamo determinati a mettere sotto accusa anche Papa Francesco e la Santa Sede per non avere fatto nulla per impedire questi crimini» .
La data scelta per la trasferta romana non è casuale, visto che l'anno scorso, proprio di questi tempi, Papa Francesco convocava tutti gli episcopati del mondo in Vaticano per parlare di pedofilia e arrivare a definire una strategia globale capace di isolare e sradicare per sempre questo male.
L'istituto venne fondato in Italia nel 1840 a Verona dal sacerdote italiano Antonio Provolo (1801-1842) con l'approvazione del Vaticano e la missione di dedicarsi esclusivamente all'educazione dei sordomuti usando, primo in Italia, il metodo orale anziché quello mimico-gestuale.
Nel 2008 anche in Italia spuntarono voci di abusi nell'istituto veronese. Quindici sordomuti affermarono di aver subito gravi molestie e abusi nel periodo fra gli anni cinquanta e gli anni ottanta a Verona. Furono pubblicate diverse testimonianze. Le vittime chiesero che fossero rimossi i responsabili dell'istituto. I presunti reati descritti sarebbero tuttavia caduti in prescrizione. Il quotidiano cattolico Avvenire all'epoca pubblicò un articolo in cui contestava l'attendibilità delle affermazioni. Adesso esplode il caso in Argentina ed è destinato ad arrivare a Roma. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero