A Roma i sordomuti stuprati dai preti del Provolo in Argentina: il Vaticano sapeva

A Roma i sordomuti stuprati dai preti del Provolo in Argentina: il Vaticano sapeva
di Franca Giansoldati
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Giovedì 13 Febbraio 2020, 19:53

Città del Vaticano – Il nome dell'istituto – il Provolo - ormai fa accapponare la pelle perchè rimanda ad un posto di orrori: si tratta infatti dell'orfanotrofio argentino in cui una ventina d'anni fa si sono consumate violenze sessuali inenarrabili su bambini sordomuti abbandonati dai genitori. La magistratura argentina alcuni mesi ha ha condannato un prete italiano, don Nicola Corradi, un religioso argentino Horacio Corbacho e l’ex giardiniere dell’istituto rispettivamente a 42, 45 e 18 anni di carcere per gli abusi commessi sui bambini sordi che erano ospiti della struttura situata a Lujàn de Cuyo, nella diocesi di Mendoza. Molte vittime erano state abbandonate perché con handicap. 

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Alcune di queste vittime saranno a Roma la prossima settimana. Nel frattempo hanno scritto una lettera a papa Francesco per chiedergli un incontro. «Noi siamo stati violentati, torturati da preti cattolici e da personale laico. La nostra storia è terrificante ed è stata nascosta per troppo tempo. Questi crimini non erano un segreto per la gerarchia della Chiesa in Argentina, né per la gerarchia vaticana. Lunedì prossimo saremo a Ginevra al Comitato dell'Onu contro la Tortura e al Comitato dei diritti dell'infanzia. Siamo determinati a mettere sotto accusa anche Papa Francesco e la Santa Sede per non avere fatto nulla per impedire questi crimini» .

La data scelta per la trasferta romana non è casuale, visto che l'anno scorso, proprio di questi tempi, Papa Francesco convocava tutti gli episcopati del mondo in Vaticano per parlare di pedofilia e arrivare a definire una strategia globale capace di isolare e sradicare per sempre questo male. 

L'istituto venne fondato in Italia nel 1840 a Verona dal sacerdote italiano Antonio Provolo (1801-1842) con l'approvazione del Vaticano e la missione di dedicarsi esclusivamente all'educazione dei sordomuti usando, primo in Italia, il metodo orale anziché quello mimico-gestuale.


Nel 2008  anche in Italia spuntarono voci di abusi nell'istituto veronese. Quindici sordomuti affermarono di aver subito gravi molestie e abusi nel periodo fra gli anni cinquanta e gli anni ottanta a Verona. Furono pubblicate diverse testimonianze. Le vittime chiesero che fossero rimossi i responsabili dell'istituto. I presunti reati descritti sarebbero tuttavia caduti in prescrizione. Il quotidiano cattolico Avvenire all'epoca pubblicò un articolo in cui contestava l'attendibilità delle affermazioni. Adesso esplode il caso in Argentina ed è destinato ad arrivare a Roma. 

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