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Città del Vaticano – Una email privata, anzi privatissima, inviata per errore alla segreteria dell'arcivescovado è costata la poltrona dell'arcivescovo di Parigi, Michel Aupetit le cui dimissioni, presentate la scorsa settimana (forse nella speranza che non venissero accettate dal Papa), sono state ratificate e annunciate urbi et orbi stamattina. Al suo posto è stato individuato un amministratore apostolico temporaneo, nella persona di monsignor George Pontier. La notizia del siluramento del prelato è arrivata mentre il Papa era in volo verso Cipro. Ora le conseguenze della presunta love story avuta nel 2012 da Aupetit con una giovane insegnante potrebbero forse mediaticamente oscurare, se non indebolire, il viaggio papale nel sud dell'Europa interamente focalizzato sul tema dei migranti.
Intanto però già fioccano le polemiche dentro la Chiesa per la mano dura del Papa nei confronti di un arcivescovo che avrebbe avuto solo una relazione «di amicizia» con una donna (sostiene lui, aggiungendo di avere avuto un comportamento ambiguo ma niente di più), mentre in altri casi (per esempio coperture fornite da vescovi a preti pedofili) Bergoglio si sarebbe mostrato più misericordioso e meno intransigente. Polemiche a parte in Francia - nel frattempo – il caso sta montando e la Chiesa già sballottata per il rapporto Sauvè sulla pedofilia è ancora più sotto sopra.
L'affare di cuore era emerso grazie ad una inchiesta giornalistica di Le Point che la scorsa settimana ha pubblicato la lettera dell'arcivescovo.
Intanto Aupetit ha pubblicato un comunicato che inizia con un versetto biblico: «Il Signore ha dato, il Signore ha tolto. Sia benedetto il nome del Signore!». L'arcivescovo parla di aver deciso di rimettere il mandato nelle mani del Papa per preservare la diocesi «dalla divisione che il sospetto e la perdita di fiducia provocano sempre. Ho ricevuto questo pesante fardello dalla diocesi di Parigi e ho cercato di portarlo a termine con fervore e dedizione». Aupetit spiega poi che vi sono stati pesanti attacchi contro di lui ma non fa nessun cenno alla love story e alla email inviata per sbaglio. Probabilmente le ragioni sono altre ma al momento la trasparenza non sembra essere una virtù nelle realtà vaticane.
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Il Messaggero