Mondiali, Papa Francesco non segue la finale. Super partes come nel 2014: il distacco diplomatico (e strategico)

Un gesto che il pontefice aveva già fatto nel 2014 quando la finale di quei Mondiali fu disputata tra Argentina e Germania

Papa Francesco super partes evita il tifo, esattamente come ai mondiali del 2014 con il derby dei due Papi (Argentina-Germania)
Città del Vaticano – Se il cardinale argentino Leonardo Sandri starà incollato al televisore per non perdersi nemmeno un passaggio della 'sua'...

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Città del Vaticano – Se il cardinale argentino Leonardo Sandri starà incollato al televisore per non perdersi nemmeno un passaggio della 'sua' nazionale contro la Francia, l'argentino più famoso al mondo – Papa Francesco – non seguirà la finale della Coppa del Mondo. Naturalmente si informerà sull'esito della partita, ma da quello che filtra da Santa Marta, preferisce mantenersi su un terreno di neutralità. Un distacco diplomatico e strategico. Un po' quello che ha fatto anche nel 2014 quando la finale di quei Mondiali è stata disputata tra Argentina e Germania e in Vaticano c'era chi aveva battezzato quel momento come il 'derby' dei due Papi, alludendo all'emerito Ratzinger. Il tam tam interno a Santa Marta riferisce che si è concesso la visione degli ultimi momenti della partita, ma nessun commento è filtrato sulla sua reazione davanti alla vittoria della nazionale argentina.

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Papa Francesco: la passione mai nascosta per il calcio

Spesso Papa Francesco si affida volentieri a metafore calcistiche e non è difficile che durante le udienze o nei discorsi faccia allusione al calcio come metafora di valori, veicolo di positività per insegnare ai ragazzi l'importanza del gioco di squadra. Sin da piccolo Bergoglio tifa una sola squadra, il San Lorenzo, esattamente come suo padre. Un glorioso team che prende il nome dal quartiere di Buenos Aires in cui è nato agli inizi del secolo scorso, quando un frate salesiano, don Lorenzo Mazza, offrì il campetto dell'oratorio per far giocare le partite. Papa Bergoglio spesso ha ricordato con emozione il pallone fatto di stracci che si usava ai suoi tempi.

Durante un viaggio internazionale, alcuni anni fa, si rivolse ai ragazzi incoraggiandoli a “giocare nella squadra” di Gesù: «Cosa fa un giocatore quando è convocato a far parte di una squadra? Deve allenarsi, e allenarsi molto! Così è la nostra vita di discepoli del Signore”. Più volte in Argentina ha usato metafore calcistiche in senso pastorale. Un concetto che gli è particolarmente caro è quello di “patear por adelante», cioè di calciare in avanti, non rimanere indietro, non stare sulla difensiva, non chiudersi nelle proprie miserie. Vale per la finale del Mundial e vale per la Chiesa. 

Stavolta, in occasione della finale dei mondiali del Qatar, Papa Francesco ha preferito diffondere un augurio bipartisan attraverso una intervista rilasciata a Mediaset. «Ai vincitori tutti fanno auguri, ma io li invito che vivano questo con umilta'. E a coloro che non vincono, che lo vivano con gioia. Perche' il valore piu' grande non e' vincere o non vincere, ma giocare pulito».

Francia o Argentina? «Ambedue abbiano il coraggio di darsi la mano. E' brutto quando vedo due squadre che alla fine della partita non si stringono la mano". Francesco non azzarda pronostici, ma chiede che prevalga il fair play. "Dobbiamo crescere nello spirito sportivo. Io mi auguro che questo Campionato Mondiale aiuti a riprendere lo spirito sportivo, che ti fa nobile».

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Il Messaggero