Il Papa stanzia un milione per Roma: un aiuto a chi è senza lavoro

CITTÀ DEL VATICANO Un milione lo ha messo il Papa. Un altro lo hanno stanziato la Regione Lazio e il Comune di Roma, con 500 mila euro ciascuno. In totale sono due milioni,...

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CITTÀ DEL VATICANO Un milione lo ha messo il Papa. Un altro lo hanno stanziato la Regione Lazio e il Comune di Roma, con 500 mila euro ciascuno. In totale sono due milioni, anche se la speranza è che la cifra possa crescere in questi giorni grazie alla generosità dei romani e dei parroci, ai quali il Pontefice si è rivolto personalmente invitandoli a un surplus di carità. Parte con questa dote il fondo dedicato Gesù Divino Lavoratore e istituito per aiutare coloro che in questi mesi di emergenza sono stati esclusi dagli aiuti o non hanno ricevuto ancora un euro, nonostante le richieste avanzate allo Stato.


Papa istituisce fondo da 1 milione di euro per aiutare i più deboli, Raggi ci mette la metà

L'ANNUNCIO
Francesco ha annunciato ieri questa iniziativa pensando a precise categorie di lavoratori fragili, spesso fantasmi: ambulanti, precari, giornalieri, gente a spasso per via di contratti a termine non rinnovati, colf pagate a ore, stagisti con un iter interrotto con il lockdown, braccianti, operai, autonomi, piccoli imprenditori, «specialmente quelli dei settori più colpiti e del loro indotto». L'elenco è nella lettera inviata dal Papa alla città di Roma. «Molti sono padri e madri di famiglia che faticosamente lottano per poter apparecchiare la tavola per i figli e garantire ad essi il minimo necessario». Inutile però cercare di capire con quali criteri verrà gestito dalla Caritas il fondo, se verranno applicati parametri distributivi, oppure se gli aiuti sono legati ad un percorso o ad un progetto da realizzare per ottenere un aiuto. Fino a ieri pomeriggio non era stato ancora messo a fuoco nei dettagli un programma specifico. Nel Palazzo del Vicariato c'era persino qualche vescovo ausiliario totalmente all'oscuro dell'iniziativa. Il cardinale vicario Angelo De Donatis, a sua volta, ha risposto con una generica lettera all'iniziativa papale rallegrandosi per il passo in avanti compiuto a favore delle fasce più deboli della città, ma senza entrare nei dettagli. «Sono profondamente grato per l'istituzione del Fondo per sostenere tutti coloro che nel corso della pandemia hanno perso il proprio posto di lavoro () Sono sicuro che insieme alle istituzioni a cominciare dalla Regione Lazio e da Roma Capitale ognuno per la sua parte, tutti risponderemo uniti e con impegno nel dare vita a una vera e propria alleanza per Roma, per essere protagonisti della rinascita della nostra comunità dopo la crisi». I primi sostenitori ad avere risposto sono il Comune e la Regione.
 

LE AMMINISTRAZIONI

La sindaca che come si sa - ha un filo diretto con il Papa e con il cardinale De Donatis si è affrettata a ricordare che è compito delle istituzioni collaborare per non lasciare indietro i più deboli in questa fase. «Il nostro sarà un contributo iniziale di 500 mila euro», fa sapere il Campidoglio. Secondo Virginia Raggi «è fondamentale che le istituzioni collaborino per supportare, soprattutto in questo momento così delicato, le fasce più deboli e fragili». Stesso passaggio per Nicola Zingaretti: «Non potevamo non raccogliere il generoso invito del Papa a una grande alleanza e essere presenti attivamente lì dove la crisi economica scaturita dal coronavirus può generare nuove solitudini, incertezze, disperazione», sottolinea il governatore del Lazio, che stanzierà un altro mezzo milione di euro. Zingaretti sottolinea che ogni crisi fa emergere nuove povertà che a loro volta mettono «in discussione la stessa tenuta del patto sociale su cui si basa una comunità». Probabilmente di questa iniziativa il presidente della Regione ne aveva parlato direttamente con il Papa il 20 maggio scorso, quando è stato ricevuto in Vaticano. Per Francesco è «un segno capace di sollecitare le persone di buona volontà a offrire un gesto concreto». Poi l'appello al «cuore buono» dei romani a considerare che «non basta condividere solo il superfluo». Anche i sacerdoti sono stati incalzati a mettere mano al portafoglio, affinché siano «i primi a contribuire al Fondo». Al momento sembra che «i cinque pani e i due pesci non siano sufficienti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero