Covid-19 Roma, l'allarme delle suore: «Suonano sconosciuti per consegnare viveri, abbiamo paura»

Città del Vaticano - «Abbiamo un po' paura di questi tempi» ammette suor Gilda. Alcune sere fa al convento delle Ancelle della Carità, una...

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Città del Vaticano - «Abbiamo un po' paura di questi tempi» ammette suor Gilda. Alcune sere fa al convento delle Ancelle della Carità, una grande struttura ricettiva sulla via del Casaletto, oggi chiusa per le disposizioni in vigore, hanno suonato al cancello due sconosciuti. La suora che era di turno in portineria ha controllato dalle telecamere chi fossero e ha visto due uomini mai visti prima che chiedevano di poter entrare per consegnare viveri e altro materiale alle religiose.


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«Noi siamo in nove suore, alcune anziane, stiamo tutte bene e non abbiamo bisogno di nulla, così ho risposto a queste persone che avevamo già tutto e che potevano portare questi viveri ad altri bisognosi». Suor Gilda però ha chiesto anche chi fossero e per conto di chi distribuivano i viveri. A queste domande i due uomini hanno  risposto in modo sgarbato e si sono dileguati.

«Si è trattato di un episodio isolato. Ma era chiaro che non avevano belle intenzioni. Fortunatamente c'erano le telecamere che mi hanno permesso di controllare, però il clima che viviamo in via del Casaletto non è bello. C'è paura tra la gente, timore che possa accadere qualcosa».

La struttura ricettiva - una specie di ostello - che gestiscono le Ancelle della Carità ha chiuso i battenti all'indomani del lockdown. «Da allora siamo chiuse qui dentro, usciamo solo una volta la settimana per fare la spesa, e non ci manca nulla. Prima quando avevamo tanti ospiti e tanti pellegrini qui era un via vai continuo e non abbiamo mai avuto timore per la nostra incolumità. Dall'altra sera, invece, qualche timore ha iniziato ad avanzare».
 

Suor Gilda mostra poi il suo cellulare e fa vedere anche l'ultimo messaggio su whatsup che sta circolando in queste ore, come una sorta di catena di Sant'Antonio, rimbalzando da un apparecchio ad un altro. Lei lo ha ricevuto da una signora della parrocchia vicina. La comunicazione è tutto fuorchè rassicurante: «Stanno grando delle persone che, con la scusa di dovere consegnare delle mascherine donate dal comune, si introducono in casa. Sono armati. Avvisate quante più persone possibli e non aprite a nessuno sconosciuto».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero