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PERUGIA Da domani l’Umbria torna “arancione” nella gradazione utilizzata dal Ministero nel modulare le restrizioni anti-Covid. Pesano la risalita dell’indice Rt e l’occupazione delle terapie intensive, pur con gli altri parametri della Cabina di regia, stabili. Il virus continua a circolare, coi casi giornalieri sopra 200 e un’incidenza sui tamponi effettuati del 7,6%. La Regione ha intanto emanato due ordinanze prorogando fino al 23 le misure sul trasporto pubblico, con qualche concessione a commercio, associazioni e scuole di lingue. I sindacati, intanto, tornano a chiedere attenzione sulle residenze assistite.
A spostare la regione verso una regolamentazione più restrittiva, anche la revisione dei parametri legati a Rt, per la quale l’assegnazione della zona avviene tenendo conto dell’intervallo inferiore dei due dai quali si ricava la media. Se superiore a 1 (in Umbria il range è 1,21-1,38) si entra nella zona arancione. «Nonostante l’attenzione e la perizia con cui stiamo seguendo l'evoluzione della pandemia, l'Umbria finirà in zona arancione anche per la modifica dei parametri dell’Rt», dice l’assessore regionale Luca Coletto che aggiunge: «È comunque sotto gli occhi di tutti che c’è stato un peggioramento sulle infezioni e l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, che per altro avevano ampiamente previsto». Critico coi nuovi criteri, il deputato umbro Fdi, Emanuele Prisco, che parla di «attività economiche esasperate senza ristori adeguati».
L’epidemia, come si osserva anche dalla Cabina di regia, resta in una fase delicata: «Un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane è possibile, qualora non venissero mantenute rigorosamente misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale». Da domani, quindi, le nuove regole col divieto di spostarsi dal comune di residenza, salvo esigenze di lavoro, salute o studio; negozi aperti, bar e ristoranti operativi solo per consegne a domicilio. Anche i centri commerciali, come dispone l’ordinanza regionale pubblicata ieri, potranno restare aperti pur con una serie di misure da rispettare. Lo stesso atto dispone la sospensione fino al 23 gennaio delle attività di associazioni e circoli culturali, a meno che non affidate da enti pubblici e afferenti ai servizi alla persona. Gli stessi soggetti, dal 16 al 23 gennaio, potranno realizzare attività corsistiche individuali in presenza, concessione che interessa anche attività inerenti lingue straniere. Quanto ai trasporti pubblici, sono prorogate fino al 23 le misure sui servizi aggiuntivi a quelli ordinari e affidati ad altri soggetti oltre Busitalia.
Intanto, il quadro dei contagi ieri parla di attualmente positivi stabili a 4.489 unità: ai 232 nuovi contagi, infatti, seguono 228 guariti e 4 decessi.
Il Messaggero