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SPOLETO - Se ne è andato in silenzio, per gravi complicazioni polmonari non legate al Covid-19, monsignor Giampiero Ceccarelli, uomo di chiesa e di cultura, profondo conoscitore della Diocesi di Spoleto e Norcia. Il religioso era ricoverato nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Spoleto e proprio due giorni fa l'arcivescovo Renato Boccardo aveva invitato i fedeli alla preghiera, visto l'aggravamento delle condizioni. Lunedì sera l'annuncio della morte. I funerali, presieduti dall'arcivescovo Boccardo, sono in programma mercoledì in Cattedrale, alle ore 15. Don Giampiero - ricordano dalla Curia - era nato ad Eggi di Spoleto il 3 luglio 1951 ed era stato ordinato presbitero il 18 giugno 1977 dall’arcivescovo Ottorino Pietro Alberti. Alunno del Seminario di Spoleto, del Liceo Classico Pontano-Sansi di Spoleto e del Seminario regionale di Assisi, ha perfezionato gli studi in Storia della Chiesa alla Pontificia Università Gregoriana, alloggiando nel Pontificio Collegio Nepomuceno della capitale. In questi 45 anni di sacerdozio, don Giampiero è stato parroco di Borgo Cerreto in Cerreto di Spoleto, dell’Abbazia di S. Eutizio in Preci, di S. Domenico in Spoleto e, negli ultimi dodici anni, di Eggi, Bazzano Superiore e Bazzano Inferiore in Spoleto (per un periodo è stato anche amministratore parrocchiale di Cortaccione di Spoleto). Numerosi gli incarichi in ambito diocesano e culturale: oltre al ministero di parroco, monsignor Ceccarelli aveva molti incarichi nella Curia Arcivescovile, dove iniziò il suo servizio nel 1989. Era cancelliere arcivescovile, vicario episcopale per la ricostruzione post sismica, canonico del Capitolo della Cattedrale di Spoleto, direttore dell’Archivio e della biblioteca diocesana, direttore dell’Ufficio Beni Culturali ecclesiastici, delegato della Conferenza episcopale umbra per i Beni Culturali e l’Edilizia di Culto. In passato ha insegnato storia della Chiesa all’Istituto Teologico di Assisi. «Ricordo con ammirazione - ha detto l'arcivescovo Renato Boccardo - la sua profonda conoscenza della Diocesi e del territorio, la grande cultura che lo faceva apprezzare da tutti, la facilità nei rapporti umani e l’arguzia nel parlare. Ha lasciato un segno in tutti coloro che ha accostato nel ministero pastorale esercitato in diverse parrocchie ed ha servito con generosità e dedizione la nostra Chiesa locale nell’ufficio di Cancelliere Arcivescovile e Direttore dell’Ufficio dei beni culturali. Lo accompagno con amicizia e gratitudine all’incontro con il Signore risorto, mentre con la Diocesi tutta abbraccio la sua mamma, la cognata e gli amati nipoti». Tante le testimonianze di affetto e stima. Come quella di monsignor Gino Reali, il vescovo emerito di Porto-Santa Rufina, spoletino, legato da profonda e lunga amicizia con il compianto sacerdote. «Nonostante da venti anni sono partito dalla Diocesi – afferma – con don Giampiero ci siamo sentiti sempre per telefono ogni tre giorni.
Il Messaggero